Tour de France

Nibali non si arrende, Trentin nemmeno

Lo Squalo rosicchia una trentina di secondi alla maglia gialla, seconda fuga in due giorni per il borghigiano


Luca Franchini


GAP (FRANCIA). L’orgoglio di Vincenzo Nibali, la tenacia di Matteo Trentin. Nella sedicesima tappa del Tour de France, vinta dallo spagnolo della Lampre Merida Ruben Plaza Molina, si sono visti anche squarci d’azzurro, con il valsuganotto della Etixx Quick Step bravo a entrare nella fuga che ha deciso la corsa e il siciliano dell’Astana caparbio nello sfruttare l'ultima salita di giornata (e la seguente discesa) per dare un segnale e compiere un balzo in avanti in classifica generale.

La Bour de Peage-Gap di 201 km, è stata caratterizzata da un ritmo iniziale a dir poco sostenuto, con i fuggitivi (prima in 12, poi in 23 dal km 100) che hanno coperto le prime due ore di gara a una media di 49,700 km/h. Nella fuga, per il secondo giorno consecutivo, è riuscito a inserirsi anche il borghigiano Matteo Trentin, sostenuto da un’ottima condizione fisica ma penalizzato dalla seconda delle due salite di giornata. Dopo aver superato brillantemente il Col de Cabre al km 130, infatti, il forte passista veloce della Etixx Quick Step ha dovuto alzare bandiera bianca sul temuto Col de Manse, posto a poco più di 10 km dall'arrivo.

Proprio lì, infatti, è iniziata la bagarre nel drappello di testa, con lo spagnolo Ruben Plaza Molina che ha trovato il giusto spunto per prendere il largo, rendendo vano anche il disperato tentativo di ricongiungimento in discesa di un comunque pimpante e positivo Peter Sagan, al quinto secondo posto in questa edizione del Tour de France, staccato di 30” all'arrivo.

«Nella prima parte della tappa abbiamo speso molto e abbiamo mantenuto un’andatura a dir poco sostenuta – spiega Trentin, che insieme ai compagni di avventura ha raggiunto un vantaggio massimo sul gruppo maglia gialla di ben 20’ – Sull’ultima salita ho sbiellato. Non ne avevo più».

Chi ha dimostrato di averne, invece, è il siciliano Vincenzo Nibali, che proprio nei chilometri finali del Col de Manse ha provato l’attacco, dettato più dall’orgoglio che dalla ragione. L’azione del capitano dell'Astana ha comunque portato i propri frutti, tant’è che, dopo aver scollinato con una quindicina di secondi di vantaggio sul gruppetto composto dal leader Froome, Contador e Quintana, il siciliano è riuscito a incrementare il gap sfruttando la successiva discesa e i 3 km finali di pianura, recuperando 27” in classifica.

«La sfortuna non molla, io nemmeno» ha spiegato Nibali al termine della tappa, ora ottavo in classifica generale. Da segnalare la crisi di Gallopin, che si è staccato in salita e ha poi pagato dazio in discesa, dove c'è stata anche la spettacolare caduta (per fortuna senza conseguenze) di Geraint Thomas.

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