Doping

Nella lista nera Wada Piccoli e i due Gilmozzi. Ma non c’è Fuentes

Su un totale di 114 "infrequentabili", ben 61 sono italiani. Ci sono i medici Ferrari e Santuccione, ma non lo spagnolo



ROMA. Apparentemente il dato è sconcertante, ma rende esattamente l’idea di quanto efficaci siano state finora le misure adottate da Coni e Governo italiano, nella lotta alla piaga del doping. La conferma arriva dalla Wada, l’Agenzia mondiale antidoping, che ha reso nota una lista di “infrequentabili”: sono 114 e fra essi ci sono 61 italiani, praticamente il 54 per cento del dato complessivo. In Italia la lotta al doping viene portata avanti a suon di sanzioni, i controlli sono efficaci (o, perlomeno, più efficaci che altrove), ecco spiegato il motivo di una presenza così folta nella lista nera della Wada.

Il dato che a prima vista può apparire allarmante, invece rappresenta un fiore all’occhiello per chi i controlli li ha realmente inaspriti nel tempo, fino a smascherare un sistema di connivenze e contiguità fra atleti, presunti “santoni”, allenatori, preparatori, ex atleti, medici e faccendieri. La Wada li ha individuati (fra essi solo tre donne) e li ha accorpati, ne è venuto fuori un listone nero denominato “prohibited association list”. Ci sono nomi e cognomi di gente che qualsiasi atleta è obbligato a non frequentare, pena la squalifica di un anno alla prima infrazione e di due alla seconda. I famigerati 114 hanno subito una sanzione sportiva (spesso non solo) e in teoria sarebbero fuori da ogni giro. Nella maxi lista degli italiani figurano alcuni personaggi saliti alla ribalta della cronaca perché coinvolti a vario titolo in vicende di doping, come il dottor Michele Ferrari, l’abruzzese Carlo Santuccione, Vittorio Emanuel Bianchi: tutti sono stati inibiti a vita.

E come dimenticare l’ematologo Fiorenzo Bonazzi, coinvolto nella vicenda delle cosiddette trasfusioni all’ozono al campione del mondo di ciclismo 2008 a Varese Alessandro Ballan. Nella lista anche il farmacista mantovano Guido Nigrelli (inibito a vita), noto per il caso Lampre e l’ex medico federale di ciclismo Giovanni Posabella. Ma ci sono anche ex corridori professionisti, come il trentino Mariano Piccoli (squalificato per quattro anni nel 2012, la sanzione della Wada nei suoi confronti scade infatti il 26 gennaio 2016) o Bruno Leali, tirati in ballo quando erano direttori sportivi. Nella “lista nera” ci sono i nomi di altri due trentini, i fiemmesi Giancarlo e Sebastian Gilmozzi (scadenza 23 settembre 2016), a loro volta colpiti da una squalifica di 4 anni nel 2012.

Non mancano grossi nomi anche nel listone degli stranieri: su tutti spicca lo spagnolo Luis Garcia dal Moral, “fiancheggiatore” di Lance Armstrong, e Viktor Kolenikov, pigmalione dei marciatori russi. E come dimenticare l’ex atleta Lee Evans, oggi medico? Assente illustre, invece, Eufemiano Fuentes, , che non è mai stato punito dalla giustizia sportiva spagnola.













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