Mattia Bais, un uomo in fuga 

A Matera la doppietta di Arnaud Demare. Il campione di Francia ha vinto la volata per distacco, Almeida in rosa (nonostante una caduta) Seconda fuga per il trentino. Il 23enne di Nogaredo nuovamente battistrada assieme a Frapporti, Welan e Zana, suo un traguardo volante


LUCA FRANCHINI


Seconda volata al Giro d’Italia e seconda vittoria per Arnaud Demare. La prima, nella quarta tappa, era arrivata al fotofinish. La seconda, ieri, per distacco. Un successo netto, schiacciante quello del campione di Francia, che ha fatto sua anche la sesta frazione con arrivo a Matera, nella giornata in cui c’è stata anche la seconda fuga del neoprofessionista trentino Mattia Bais, che al Giro sta dimostrando le proprie qualità, tenacia e carattere in primis, e maturando un’esperienza da portare con sé nel prossimo futuro.

La fuga a quattro

Bais ha colto l’attimo buono e ha animato l’azione a quattro nata nelle battute iniziali della tappa, 188 chilometri vallonati da Castrovillari a Matera. Assieme al 23enne di Nogaredo c’erano anche il veneto Filippo Zana (Bardiani Csf Faizanè), l’australiano James Whelan (EF Pro Cycling) ed il bresciano Marco Frapporti (Vini Zabù Brado Ktm), che hanno raggiunto un vantaggio massimo di 9’30”. Le squadre dei velocisti, però, non hanno concesso il via libera ai fuggitivi e nella seconda parte della frazione hanno alzato il ritmo, operando l’aggancio lungo la salita di Milotta (5 chilometri al 7%), unico Gpm di giornata. L’ultimo a mollare è stato Whelan, a una dozzina di chilometri dall’arrivo. Poco prima era toccato a Bais alzare bandiera bianca, non prima di aver lasciato sull’asfalto fino all’ultima goccia di sudore e aver vinto il traguardo volante di San Severino Lucano. Una piccola soddisfazione per il giovane corridore di Nogaredo dell’Androni Sidermec, che ci riproverà sicuramente. Oltre a lui, ieri, si sono visti anche gli altri due trentini in gara. Cesare Benedetti ha dettato a lungo il ritmo in testa al gruppo, lavorando per il capitano di giornata Peter Sagan (e “contro” il corregionale Bais...), mentre Nicola Conci è stato vicino a Vincenzo Nibali, nell’intento di non fargli correre alcun rischio. Il siciliano ha messo addirittura il naso davanti nell’ultimo chilometro di corsa e ha imboccato per primo l’ultima curva del percorso. Un’azione che gli è servita per testare la gamba e raccogliere nuove indicazioni sulla crescita della sua condizione. Nibali si è poi spostato, lasciando spazio ai velocisti. Sagan, che aveva fatto lavorare Benedetti, Polianski e il promettente Fabbro (chiamato in causa nei tratti in salita), ha perso qualche posizione e non è riuscito a lottare per la vittoria. L’appuntamento con la vittoria è rimandato, ancora una volta. È rimasto più coperto, ma è uscito al momento giusto, Arnaud Demare, che nel convulso e impegnativo finale di tappa (con uno strappo di 700 metri a tre chilometri dall’arrivo) ha capitalizzato l’ottimo stato di forma. Il transalpino ha battuto per distacco Matthews e Felline, mettendo parecchia “luce” tra sé e i diretti concorrenti alla vittoria.

A terra la maglia rosa

Da segnalare lo sfortunato episodio che, a 37 chilometri dal traguardo, ha visto protagonista la maglia rosa Joao Almeida. Il leader della classifica, che pare si stesse sistemando la radiolina, è stato tamponato dallo statunitense Brandon McNulty, finendo a terra. Il portoghese, che ha mantenuto le insegne del primato, è rientrando velocemente in gruppo, scortato dai compagni di squadra. Oggi c’è la settima tappa, per velocisti, 143 chilometri da Matera a Brindisi.

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