la granfondo

Marcialonga, la classicissima in pista

Il presidente Angelo Corradini ha illustrato l’edizione numero 44 della gara tra Fiemme e Fassa. Neve in produzione


di Paolo Tagliente


MILANO. Si fa presto a dire Marcialonga. Semplice parlare di granfondo leggendaria, di sci, di campioni e di imprese quasi incredibili. La Marcialonga è tutto questo, vero, ma è anche tanto tanto altro. È una splendida signora di quasi 44 anni che di anno in anno, edizione dopo edizione, si è impreziosita di nuovi splendidi gioielli, curata con passione e dedizione dagli organizzatori che si sono alternatui alla cabina di comando e dal vero e proprio esercito di instancabili volontari, che per mesi lavorano senza sosta alla preparazione dell’evento. O meglio, “degli eventi”.

La 44ª edizione della storica gara, che si terrà il 29 gennaio prossimo sui 70 km che uniscono metaforicamente le valli trentine di Fiemme e Fassa, è stata presentata ieri mattina nella splendida cornice della Sala Nera, all’interno dell’oasi di benessere che sono le Terme di Milano, nel centro della metropoli lombarda. A fare gli onori di casa, anche quest’anno, c’era Ivana Vaccari, caporedattrice di RaiSport e volto noto della televisione, al fianco della quale si sono alternati personaggi legati alla storica gara e allo sci di fondo. Il primo non poteva che essere Angelo Corradini, presidente della Marcialonga che ha affrontato quello che, purtroppo, da qualche anno, è il cruccio di tutte le località di montagna: l’assenza di neve.

«Con un po’ di presunzione – ha spiegato Corradini,che ha parlato anche di come lo staff organizzatore sia impegnato anche con i numerosi eventi collaterali Story, Stars, Mini, Baby e Young, accompagnati da numerose iniziative come la Marcialonga Legends e la Marcialonga Experience – posso dire che Marcialonga ha fatto la storia in quanto alla creazione di piste in assenza di neve. Con gli ultimi giorni di freddo ne abbiamo potuto realizzare una buona riserva ed entro il 15 dicembre si potrà già sciare. Tanta gente ci rappresenta, a cominciare dai 1200 volontari, poi i tanti e affezionati sponsor, gli appassionati, le associazioni, i valligiani che credono in noi e questo è importante. Marcialonga – ha rivelato – viene trasmessa in diretta televisiva in undici stati d’Europa, quest’anno abbiamo inoltre voluto valorizzare i VIP, iniziando dai nostri “eroi”, i dieci senatori, coloro i quali hanno partecipato a tutte e 43 le edizioni finora disputate, persone che con grinta e passione si sono legate indissolubilmente al nostro storico brand».

Accanto a Vaccari si sono poi seduti Marco Albarello, leggendario campione di fondo, e Flavio Roda, presidente della Fisi. Nessun dubbio, per il grande campione, a cui Ivana Vaccari ha strappato la promessa di fare da commentatore tecnico per la Rai della prossima edizione: «Lo sci di fondo non è solo sinonimo di “fatica” come viene dipinto – ha detto Albarello – ho fatto questo sport per trent’anni ed è stato un piacere, ti mette a contatto con te stesso e con la natura, affrontare il percorso della Marcialonga è un’emozione unica. Lo scorso anno, dopo la Vasaloppet è stata la gara più vista, Marcialonga buca letteralmente lo schermo, ha un qualcosa in più che solo lei sa dare».

Per quanto riguarda le tecniche di sci, e le polemiche che spesso le accompagnano, Albarello ha spiegato che «lo sci di fondo è nato con la tecnica classica, quindi la Marcialonga, tornando sui suoi passi ha fatto una scelta di cuore, peccato per noi italiani che ancora fatichiamo, ma la gara trentina rappresenta anche la massima espressione del classico. «Penso che Marcialonga, in quanto grande evento, debba essere tutelata, anche dal punto di vista di promozione del territorio. So che in passato si sono accavallate gare importanti penalizzando la Marcialonga, ma l’impegno che mi prendo in prima persona sarà quello di pianificare il calendario agonistico in modo da lasciar spazio a tutti».

Una delle novità di quest’anno è il premio che la Tamoil, uno degli sponsor della manifestazione, ha istituito. A illustrarlo c’era Aldo Lancia, direttore generale di Tamoil Italia e marcialonghista doc: «Io sono un “bisonte”, ma per me l’importante è arrivare. La salita di Cascata è il punto più tosto della gara e la prima volta l’ho affrontata quando ormai ero senza energie. È stata una sofferenza, ma poi ho chiesto consigli e nelle edizioni successive è andata meglio, anche se resta una sfida durissima. Per questo, Tamoil darà un premio in denaro a chi avrà segnato il miglior tempo sulla salita, sia al maschile che al femminile».

La parata di ospiti s’è conclusa con Claudio Gregori, grande penna della Gazzetta dello Sport e partecipante nel 2006, che ha regalato la sua visione poetica della gara. «La Marcialonga – ha detto – è un posto per sognatori, la Soreghina è la figlia del Sol ma anche la figlia della fantasia poiché le Valli di Fiemme e Fassa sono posti magici, regni fatati. Lo sci di fondo è il fascino dell’antichità e i senatori sono dei sognatori, gente che ha subito la poesia della Marcialonga». Senatori come il trentino Fabio Lunelli, il cui tempo totalizzato in 43 edizioni è di 268 ore,13 minuti 27 secondi, che ha poi elencato una lunga serie di appassionanti aneddoti sulle sue partecipazioni».













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