La scure di Petrucci sul nostro Coni

Torgler: «I suoi tagli sono demagogici. Lui prende 600 mila euro annui»


Gianpaolo Tessari


TRENTO. La mannaia di Gianni Petrucci è pronta a calare sulle sedi periferiche del Coni. Il presidente nazionali sventola da settimane la bozza di una riforma che vuole fare sparire le presidenze provinciali e mette un punto di domanda sui soldi alle federazioni. Giorgio Torgler, presidentissimo del Coni trentino ha preso parte sabato scorso ad una riunione con tutti i suoi colleghi del nord. Per contrastare la bozza Petrucci e chiederne il ritiro. Ma il numero 1 ha fatto sapere di non volere innestare la retro. Anzi, avanti tutta.

Che ne pensa Torgler?
«Che se si vuole davvero fare una riforma, la si deve pensare bene. Senza troppa confusione. E demagogia».

In che senso?

«Mah, mi pare che il presidentissimo si stia muovendo con propositi politici, per dare un segnale al governo che chiede e suggerisce tagli. Sembra di vedere quello che stanno facendo i nostri consiglieri provinciali che, dopo tutto il polverone sulle loro indennità, vogliono tagliarsi 225 euro».

Ma il suo comitato costa?
«Per carità. Io non ho stipendio; mi fanno ridere quelli che mi dicono di tagliarmelo. Prendo zero, ho solo un rimborso spese di qualche migliaia di euro all'anno. Tanto per non fare i conti in tasca a nessuno. Proprio Petrucci incassa 600 mila euro all'anno».

E' preoccupato, in termini generali?
«Non certo per me. L'idea che sta passando è quella di tagliare e non vorrei che le prime a subirne le conseguenze siano le nostre federazioni. Mi pare che Petrucci, nel prossimo futuro, non voglia più pagare loro gli affitti».

E il suo comitato?
«Non so se verrà toccato, almeno in un primo momento. Nella riforma si parla del taglio dei comitati provinciali, ma non è escluso che poi voglia mettere mano anche a quelli regionali. Mi piacerebbe che si sappia che noi soldi non ne chiediamo e non ne vogliamo. Io mi sono sempre mosso perchè da Roma le risorse venissero date all'assessorato provinciale allo sport. Non certo al Coni che presiedo».

La vostra mission?
«Fare promozione allo sport come divertimento. Troppi ragazzi si stufano».













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