la voce dei protagonisti

Kaziyski: «Un successo inatteso»

Giannelli: «Avevamo una voglia pazzesca di vincere». Birarelli: «Un grande gruppo che ha sempre lavorato bene»


di Nicola Baldo


MODENA. Lacrime, gioia, abbracci... L'impossibile è diventato possibile... Succede solo a chi ci crede: questi ragazzi ci hanno creduto ed ora eccoli lì, a godersi una festa inimmaginabile solamente pochi mesi fa. «Abbiamo sempre creduto nelle nostre possibilità – esordisce un Simone Giannelli travolto dall'abbraccio dei tifosi trentini, tanto che gli si stacca anche la medaglia dal collo – fin dall'inizio vedevo questa squadra come giocava ed ero convinto che questo potesse non essere solamente un anno di transizione. Ed alla fine le tre finali che abbiamo giocato quest'anno lo stanno a dimostrare: per fortuna che abbiamo vinto lo scudetto, perché dopo due finali perse avevamo una voglia di vincere pazzesca». Anche un ultimo gruppetto di tifosi modenesi, incredulo dei suoi 18 anni appena, uscendo dal campo lo applaude. Ed in effetti, vedendolo giocare, non sembra nemmeno essere appena maggiorenne... «Come faccio ad essere così freddo? Non saprei, io so solo che quando scendo in campo penso solamente a giocare: giocare a pallavolo mi piace e allora mi godo solo la felicità che giocare mi dà. Più responsabilità in futuro? Meglio, le responsabilità sono belle».

«Sicuramente – dice un raggiante Matey Kaziyski - questo scudetto ha un sapore particolare rispetto agli altri tre perché era inatteso. Dentro di noi sapevamo che questa poteva non essere una stagione di transizione e basta».

Doveva essere un'annata “tranquilla”, è stata un qualcosa di indimenticabile... «Abbiamo davvero capito che potevamo farcela domenica, con quel 3-0 in casa – aggiunge Filippo Lanza – abbiamo chiuso questa finale scudetto con una netta vittoria. Siamo stati sempre lì lì con una squadra fortissima come Modena ed ora ci godiamo questa grandissima vittoria». Appena la cerimonia di premiazione finisce l'assalto dei circa 350 tifosi trentini scesi in Emilia, un abbraccio caldo che sarà solo l'antipasto di quello che arriverà quando ci sarà la festa ufficiale coi tifosi. «E' difficile – sostiene capitan Emanuele Birarelli – dire quale sia il segreto di questo gruppo, certo è che abbiamo sempre lavorato tanto e bene dall'inizio della stagione fino a quest'oggi. Non voglio certo sminuire le vittorie del passato, ma questa ha davvero un sapore molto particolare. Perché è un successo che ci siamo conquistati da sfavoriti, superando tante difficoltà».

E così come due anni fa in campo al momento della fine, dell'ultimo pallone, c'era anche un trentino doc come Matteo Burgsthaler. «E' come mangiare due dolci – scherza – il primo, quello di due anni fa, è indimenticabile perché è stato il primo. Ma anche questo è davvero buonissimo... Durante tutta la stagione abbiamo giocato partite, dal 3-2 in rimonta a Perugia in poi, che ci hanno fatto capire di essere al livello delle migliori». Molto felice ed abbracciato dai vecchi amici anche l'altra anima trentina della squadra, lo schiacciatore Michele Fedrizzi. «In questa partita – commenta – vinto il primo set ci siamo sciolti ed abbiamo preso in mano le redini dell'incontro. È stata una partita fantastica, un 'emozione davvero grandissima». Due anni fa era in campo, ma in un altro ruolo. Questa volta, invece, aveva sulle spalle una maggiore pressione e più responsabilità. «Per me è una grandissima vittoria, sono super felice per questa squadra – dice il greco Mitar Djuric – due anni fa ero centrale ed oggi avevo molte più responsabilità. Adesso questo gruppo può davvero godersi questa vittoria pazzesca». Djuric e gli altri si godono l'abbraccio della loro gente, di quanti nei mesi scorsi ci sono stati anche nelle partite non di cartello, anche quando non c'era il richiamo del trofeo o del grande avversario.













Scuola & Ricerca

In primo piano