I Giochi: meno sogni, più realtà

Trento. Da ieri è un po’ meno sogno e un po’ più realtà l’aspirazione olimpica del Trentino. Dopo il sopralluogo alle venues di Baselga di Piné (pattinaggio su pista lunga), Lago di Tesero e Predazzo...


MAURIZIO DI GIANGIACOMO


Trento. Da ieri è un po’ meno sogno e un po’ più realtà l’aspirazione olimpica del Trentino. Dopo il sopralluogo alle venues di Baselga di Piné (pattinaggio su pista lunga), Lago di Tesero e Predazzo (sci di fondo, combinata nordica e salto con gli sci), i membri della commissione di valutazione del Comitato olimpico internazionale presieduta dal rumeno Octavian Morariu non hanno spiccicato nemmeno una parola, al di là delle frasi di circostanza. E non poteva essere altrimenti. Ma gli addetti ai lavori dell’altopiano e quelli fiemmesi non nascondono il loro ottimismo in vista della scelta che verrà fatta dal Cio, il 24 giugno, tra le candidature di Milano-Cortina e Stoccolma. Confortati anche dall’impegno assunto a Predazzo, al termine del “tour” trentino dei commissari del Cio, dal presidente della giunta provinciale, Maurizio Fugatti. «Ci sentiamo pronti e capaci», ha detto il governatore.

Il sopralluogo a Piné

La visita a Baselga di Piné era forse quella più attesa perché, se il Cio scegliesse Milano-Cortina, la frazione di Miola sarebbe destinataria di uno dei progetti più onerosi, in vista dei Giochi olimpici invernali del 2026, la realizzazione di un ovale coperto: un progetto da 25-30 milioni di euro, che prevede il rifacimento completo dell’anello, l’eliminazione dell’ammoniaca e il passaggio ad un altro tipo di gas per la refrigerazione della pista, la realizzazione di tribune per 5.000 spettatori e quella di una nuova pista interna, utilizzabile anche per l’hockey su ghiaccio. Ad attendere la commissione di valutazione del Cio e il presidente del Comitato olimpico italiano, Giovanni Malagò, c’erano il sindaco di Piné, Ugo Grisenti, Sergio Anesi, membro della giunta dell’International Skating Union (Isu), Sergio Bettotti e Romano Stanchina del Servizio Turismo della Provincia autonoma di Trento, Luca De Carli, presidente dell’Apt ed event manager, e tanti volontari. Ma, soprattutto, gli olimpionici Enrico Fabris (due ori a Torino), Matteo Anesi, Ippolito Sanfratello (medaglia d’oro sempre a Torino) e Arianna Fontana, oro a PyeongChang 2018, dove è stata anche portabandiera della squadra tricolore, otto medaglie complessive ai Giochi. Ha partecipato anche il pinetano Andrea Giovannini, sesto a PyeongChang (Team Pursuit). «Quello di Piné è un progetto in cui il Coni crede molto – ha detto Malagò – pensiamo ad uno stadio multifunzionale, che potrebbe diventare centro federale per il tiro con l’arco e l’orienteering. Mi fido molto nell’organizzazione di Piné, credo in Baselga per il futuro del pattinaggio velocità». A quanto pare, tutti gli operatori turistici dell’altopiano sostengono il progetto.

La visita in Val di Fiemme

La commissione si è quindi trasferita in Val di Fiemme. Dapprima al Villaggio Veronza, dove è prevista la sistemazione degli atleti. Quindi a Tesero, accolta dalla sindaca Elena Ceschini e dagli olimpionici Franco Nones e Cristian Zorzi: «Le nostre piste sono meglio di quelle norvegesi», ha assicurato Zorro. La parte tecnica è stata illustrata ai commissari da Marika Defrancesco. Infine Predazzo: assieme al sindaco Maria Bosin c’erano il presidente della giunta provinciale Maurizio Fugatti e l’assessore allo Sport Roberto Failoni. Qui la presentazione degli aspetti tecnici è stata curata da Cristina Bellante.

Le parole di Fugatti

«Il Trentino è pronto per accogliere le Olimpiadi, crediamo di avere le strutture, la preparazione storica di tanti eventi organizzati a livello internazionale nel passato ed oggi, negli sport olimpici, ci sentiamo un territorio pronto ad accogliere i Giochi del 2026 – ha detto il presidente della Provincia – Si calcola che in Trentino lo sport valga il 6% del prodotto interno lordo, con un indotto dunque importante ed una conseguente grande promozione del territorio. L’unione dei territori del Trentino, dell’Alto Adige, del Veneto e della Lombardia è significativa. C’è una grande capacità di fare squadra, territori diversi ma che hanno molte cose in comune e che quindi si sentono pronti per questo grande evento. In quanto ai costi qui da noi in Trentino non ci sono problemi. Il Trentino non ha bisogno di grandi investimenti, ha già strutture funzionanti ed è per questo che sono convinto che chiunque venga qui per visitare le nostre strutture può capire che qui siamo già pronti, diciamo che potremmo partire sin da subito. La Provincia comunque è pronta ad affrontare investimenti per modesti ammodernamenti. Sembra che a livello governativo ci sia un ripensamento sui finanziamenti, se lo Stato decidesse di intervenire ben venga – ha concluso Fugatti – Ma noi ci sentiamo pronti e capaci».

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