Doping

Giomi: "Schwazer a Rio? Preferisco un 20esimo posto"

Il presidente della Fidal chiude la porta in faccia al marciatore, che voleva prendere parte alle prossime Olimpiadi



ROMA. Il sogno olimpico di Alex Schwazer è durato poco più di una notte. Se ieri il marciatore azzurro - nonostante il prolungamento di tre mesi della sua squalifica per doping (aumentata per aver eluso un controllo la mattina del 30 luglio 2012, stesso giorno in cui poi fu trovato positivo) - aveva infatti auspicato di poter rientrare in tempo per qualificarsi per i Giochi di Rio 2016, oggi è arrivato lo stop del n.1 della Fidal, Alfio Giomi, che non ha aspettato nemmeno il parere della Procura Antidoping sulla possibilità di anticipare il rientro (attualmente proibito prima del 29 aprile 2016), data la «collaborazione fattiva» dell'atleta altoatesino.

«La squadra della marcia e della maratona la daremo a fine ottobre sulla base dei risultati raggiunti fino a quel momento - sancisce Giomi, rendendo vano anche il più generoso degli sconti -. È giusto che le regole vengano rispettate, la Fidal le rispetterà fino in fondo. Preferisco un ventesimo posto piuttosto che una medaglia che possa essere fatta escludendo qualcuno. Riteniamo di avere già i tre marciatori per la 50 chilometri quindi è impensabile che si debba lasciare fuori qualcuno che ha seguito un percorso per far posto a una possibile medaglia». Chiaro il riferimento alle parole del 30enne azzurro che, sottolineando che i suoi rapporti con la Fidal sono a «zero», aveva lasciando intendere che «quando sei vicino alle Olimpiadi e hai bisogno di medaglie, forse si avvicineranno di più». «Questa medaglia non darebbe lustro a nessuno, nemmeno a lui se ottenuta così - aggiunge il capo dell'atletica italiana, a margine della presentazione della stagione 2015, svoltasi al Foro Italico -. Né il singolo risultato di Schwazer né di nessun altro è per noi un risultato decisivo, deve essere figlio di un percorso. È una scelta tecnica».

A Giomi non sono andate giù nemmeno le parole dell'oro a Pechino 2008 sul compagno Giorgio Rubino («se vogliono portare Rubino e arrivare 20esimi facciano loro»): «Credo che in questi momenti tutti dovrebbero tenere i toni più bassi. Se la poteva risparmiare. Evidentemente sta soffrendo, è andato sicuramente al di sopra delle righe». Ma se la marcia dell'azzurro non passa per Rio, potrà riprendere almeno per i Mondiali di Londra 2017. «Ha tutto il diritto di pensare in futuro di potersi ricostruire una sua immagine positiva - spiega Giomi -. Se si vuole tagliare uno fuori da tutto si condanna all'ergastolo. Vale nella vita: se ti prendi una condanna e paghi e torni, hai gli stessi diritti degli altri. Ne faccio una questione di civiltà». Ma non senza condizioni. «Vanno messi tanti paletti - assicura -. Ieri ha detto una cosa bellissima e bruttissima allo stesso tempo: se gli avessero messo paletti forse non sarebbe ora in questa condizione. Noi i paletti li mettiamo, fino in fondo».

 













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