Sci alpino

Drone, alla 3Tre volo “galeotto”

Tiramani (Fiapr): «Di notte in Italia sono vietati. E non era quello autorizzato dall’Enac»



TRENTO. «Quel drone non poteva alzarsi in volo e il mezzo utilizzato non era quello iscritto all'Enac». A dichiararlo è il segretario generale della Federazione italiana aeromobili a pilotaggio remoto, Gian Francesco Tiramani, che propone alcuni approfondimenti e precisazioni in merito alla vicenda del drone che martedì scorso si è abbattuto sulla pista del Canalone Miramonti nelle fasi conclusive della 3Tre di Madonna di Campiglio, sfiorando l’austriaco Hirscher.

«Agli addetti ai lavori era del tutto evidente che quel tipo di operazione non si poteva svolgere in Italia – spiega Tiramani – La società incaricata delle operazioni di ripresa (la Dynamic Flight Camera Snc di Dro, ndr) era autorizzata per operazioni “non critiche”, ovvero per il volo diurno, con le misure di sicurezza del caso (lontano dai centri abitati, dagli assembramenti di persone ecc., ndr). Prima ancora che la gara dovesse avere svolgimento, si sapeva che la cosa non si poteva fare. Tra l’altro, e parliamo un dato obiettivo e verificabile, il drone utilizzato non è quello iscritto all’Enac. Guardando le immagini si può capire che il drone impiegato per le riprese è un otto motori coassiale, mentre il mezzo iscritto all’Enac è un esacottero a sei motori».

Si è parlato di una prima mondiale alla 3Tre. «La notizia, non a caso, ha causato la sollevazione di tutti gli altri operatori in Italia, in quanto sul territorio nazionale è vietato il volo notturno – continua Tiramani – Si sono verificati un paio di casi di volo notturno con il drone, al Motor Show e all’inaugurazione di Expo, ma solamente previa autorizzazione speciale e con il drone vincolato con un cavo, in quanto parliamo di operazione critica».

Tiramani non è nemmeno troppo convinto della versione fornita da chi guidava il mezzo, che dice di aver fatto terminare volontariamente il volo. «Queste analisi non competono a me, ma dalle immagini tv si evince che quando il drone cade a terra le eliche girano ancora e sembra non avere nemmeno il paracadute di cui deve essere munito – argomenta – Secondo una stima, il drone scendeva a 65 km/h e sembra caduto da un'altezza di 15 metri. I droni comunque sono minuti di una specie di scatola nera che registra tutti i parametri e analizzando quelli se ne saprà di più».

Tiramani, infine, fa presente che anche i committenti hanno la loro responsabilità. «Si parla di corresponsabilità – conclude – in quanto viene firmato un apposito contratto, che esula dalla parte commerciale: un contratto con cui, di fatto, il committente sottoscrive che il mezzo può essere utilizzato».

Il presidente del comitato organizzatore della 3Tre Lorenzo Conci, intanto, dice di non voler valutare l’ipotesi di una richiesta di danni ai responsabili dell'accaduto, nonostante ammetta che «la scelta di utilizzare il drone è di Infront, noi non siamo stati coinvolti nella decisione: ci hanno solo comunicato che lo avrebbero utilizzato e non avevamo alcun tipo di ambizione di avere un drone per delle immagini innovative». È vero che si era già parlato lo scorso anno del possibile utilizzo del drone? «Se ne era parlato nel 2014 – conferma Conci – ma di notte non si poteva utilizzare, pertanto vennero girate delle immagini d'archivio di giorno, poi trasmesse durante la gara». (l.f.)

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