Cristian Zorzi allenatore, c’è chi dice no

Appesi gli sci al chiodo, il medagliato olimpico e mondiale rischia di finire a fare servizio con la divisa della Finanza


di Maurizio Di Giangiacomo


TRENTO. Lui non ne parla, perché – in ossequio alle rigide regole del suo gruppo sportivo militare, le Fiamme Gialle – sull’argomento non può rilasciare dichiarazioni. Ma la triste vicenda di Cristian Zorzi, nell’ambiente dello sci di fondo, è ormai sulla bocca di tutti. Ed è la storia di un campione che, dopo aver vinto praticamente tutto quello che c’era da vincere – 3 medaglie olimpiche, due allori mondiali, 11 successi in Coppa del Mondo e 14 metalli ai campionati italiani – a 41 anni suonati rischia di non poter coronare una carriera eccezionale con il riconoscimento costituito dal ruolo tecnico, sebbene detenga già il patentino di allenatore di 3° livello (praticamente la massima qualifica) ed il suo contributo sia stato richiesto dalla stessa Federazione italiana sport invernali, che gli affiderebbe gli Under 23.

Per chi non l’avesse ancora capito, Zorzi avrebbe appeso volentieri gli sci al chiodo dopo le Olimpiadi di Vancouver, privo di stimoli e determinato appunto ad intraprendere la carriera di tecnico. La Guardia di Finanza glielo ha permesso solo nei mesi estivi, “spingendolo” a gareggiare o a optare, viceversa, per la cosiddetta “dismissione”, vale a dire il servizio in caserma, magari in mensa, com’è successo al primierotto Bruno Debertolis, “dismesso” quattro anni fa e da un paio di stagioni miglior fondista d’Italia sulle grandi distanze... Insomma, un posto da allenatore per Zorzi proprio non si trova. E sì che di tecnici di valore, in giro, non sembrano essercene molti, a giudicare dai risultati degli azzurri. Gli osservatori più maliziosi, poi, hanno fatto notare come la stessa Guardia di Finanza ne abbia trovato subito uno per la biathleta altoatesina Michela Ponza, mentre il vecchio guascone – gli show al traguardo, le acconciature e anche le polemiche di “Zorro” rimarranno nella storia di questo per altri versi noiosissimo sport – pare destinato alla garitta di qualche caserma.

«Sul destino di Zorzi non è stata presa nessuna decisione», assicura il comandante del Gruppo Sciatori Fiamme Gialle, colonnello Vincenzo Parrinello, che ha trascorso stagioni intere a richiamare all’ordine Zorzi per le sue guasconate. «Non è una decisione che prenderò da solo – chiarisce ancora – lo farò solo dopo essermi confrontato con i miei collaboratori e con la Federazione, ma è un percorso che non è ancora iniziato, la stagione agonistica non è ancora terminata, l’atleta non ha ancora espresso quelli che sono i suoi auspici per il futuro. Le pressioni mediatiche sull’argomento mi sembrano un modo scorretto per influenzare le nostre scelte, ma non sono il tipo che si lascia condizionare. Quello che posso assicurarvi – aggiunge Parrinello – è che io non assegno vitalizi. Zorzi è stato un grande atleta, ma non c’è scritto da nessuna parte che debba diventare un allenatore. Se ragionassi in questo modo, nel canottaggio avremmo 15 allenatori e 5 atleti. E a chi fa paragoni con il caso di Michela Ponza, replico che diventerà tecnico perché nel biathlon si è liberato il posto di Montello. La nomina di un tecnico è una questione di responsabilità, soprattutto in una pubblica amministrazione come la nostra: stiamo parlando di risorse economiche che non sono di Cristian Zorzi, bensì della collettività intera. Ma, ripeto, nessuna decisione è stata ancora assunta».

Già, ma l’aria che tira non è delle migliori.

@mauridigiangiac

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