Coach Lorenzetti: «A Trento sto da Dio»

Trento. Direttamente dalla sua casa di Modena, dove è tornato da qualche settimana, l’allenatore di Trentino Volley Angelo Lorenzetti ha partecipato ad una intervista live sull’account Instagram del...



Trento. Direttamente dalla sua casa di Modena, dove è tornato da qualche settimana, l’allenatore di Trentino Volley Angelo Lorenzetti ha partecipato ad una intervista live sull’account Instagram del giornalista Lorenzo Dallari, raccontandosi a 360° gradi. L'emergenza Coronavirus non poteva che essere l’argomento iniziale.

Angelo in quarantena

«Per tutti da un mese è cominciata una nuova fase della nostra esistenza – ha spiegato -; d’ora in avanti molte cose saranno inevitabilmente diverse e a maggior ragione bisognerà farsi trovare pronti e riuscire anche ad intravedere un po’ il futuro. In questo periodo sto studiando molto, sto cercando di tenere comunque vive le relazioni di lavoro, specialmente grazie al telefono, ma al tempo stesso sto provando ad imparare qualcosa di nuovo non solo sulla pallavolo. Il tempo a disposizione non manca e, se possibile, va sfruttato. Non ho la sfera di cristallo, certezze sulla ripresa dell’attività non ce ne sono; i dati che abbiamo in mano non ci permettono né di essere pessimisti né troppo positivi. Auspico che il futuro della pallavolo sia in linea con lo stile che questo sport ha sempre avuto».

La fortuna di essere a Trento

«Vivere di pallavolo per me è stata una grande opportunità regalatami negli anni novanta dall’allora commissario tecnico della Nazionale Julio Velasco, che mi cercò per un progetto federale a livello giovanile, facendomi decidere di lasciare il mio lavoro in banca per diventare tecnico a tutti gli effetti – ha rivelato Angelo - . Trentino Volley è una bella società, perché al suo interno c’è sempre completa condivisione degli obiettivi e delle scelte. Ho la fortuna di avere un presidente che fa della fiducia, dell’ottimismo e del positivismo la sua forza e per me tutto ciò rappresenta una grande lezione. Sono contento poi di aver costruito un bellissimo rapporto con il general manager Bruno Da Re, con cui confronto quotidianamente. Il club è abituato a non compiere mai passi più lunghi della gamba. Nella mia carriera Trento ha significato tanto, sono grato del fatto di essere stato scelto da un avversario storico e di essere stato accolto con grande piacere. Qui sto da Dio. Nella mia carriera ho ricevuto tanto, ma il bilancio non si traccia solo attraverso le vittorie. Ci sono momenti che non vanno nell’albo d’oro ma che rimangono comunque importanti. Ad esempio la mia prima stagione da allenatore di Serie A1 a Padova, o quella di Verona in cui presi in corsa la squadra e sfiorammo la salvezza. Mi ritengo molto fortunato a tutti gli effetti, anche per avere a che fare con giocatori come Giannelli, un ragazzo straordinario. Concedetemi di fare gli auguri a Jenia Grebennikov, che ha deciso di rimanere a Trento ad aspettare la nascita del figlio Miyaz».













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