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Chris: «Sono pulito, lo dimostrerò» 

Il vincitore: «I miei dati verranno resi pubblici e condivisi»



CERVINIA (AOSTA). Chris Froome considera la vittoria al Giro d’Italia «molto speciale», perché arrivata dopo un prologo doloroso per la caduta nella ricognizione della crono a Gerusalemme e perché «la forma è arrivata col passare dei giorni». «Manca la tappa di Roma – dice, contraddicendosi, l’inglese – ma la battaglia ormai è andata. Per me questo è davvero un sogno che si realizza». Scattano le domande di un certo tipo, legittimate dalla positività al Salbutamolo, riscontrata durante la Vuelta dell’anno scorso. «Io sono pulito – continua a ripetere –. I miei dati verranno resi pubblici e condivisi. Non c’è alcun problema. Io so di non aver fatto niente di male, abbiamo solo bisogno di un po’ di tempo per dimostrarlo. Ma in questo Giro non ci ho pensato, ero concentrato sulla corsa. E faccio notare che venerdì ho guadagnato in discesa, non in salita. È stata la sfida più grande della mia carriera, è fantastico essere riuscito a vincere tre giri consecutivi».

Froome rivive l’impresa di venerdì, da leggenda. «Il primo obiettivo era quello di vincere la tappa, ma non credevo di poter indossare la maglia rosa – ammette –: è stata una grande sorpresa per me. In queste tre settimane ho avuto momenti difficili, quando cadi ci sono sempre problemi, non mi sentivo al 100 per cento, ma i miei compagni non hanno mai perso la fiducia in me, mi hanno detto di stare tranquillo, che avrei trovato la forma. Voglio ringraziarli. Sapevo che le ultime tappe avrebbero fatto la differenza».

Tom Dumoulin è provato, ma prova a sorridere, perché ha la coscienza a posto. «Alla fine ho dato tutto quello che potevo – dice l'olandese –, ho provato anche oggi con ogni energia e posso dire di essere davvero orgoglioso di quello che ho fatto e di come ha lavorato la squadra. Arrivo alla fine di questo Giro d'Italia senza rimpianti, non ho davvero nulla da rimproverarmi: onore a Froome, perché ha meritato di vincere».















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