Caso Schwazer, bufera su medici e tecnici

Doping. La Procura di Bolzano dispone sequestri al Coni e alla Fidal: nel mirino i dati del passaporto biologico


di Marco Marangoni


BOLZANO. Il caso doping che ha travolto Alex Schwazer pare essere arrivato ad una svolta importante al fine di far luce sui responsabili. L’indagine, come del resto preventivabile, non si è fermata alla pesante condanna sportiva di tre anni e mezzo di squalifica inflitta all’ex marciatore altoatesino, ma è proseguita arrivando, per il momento, agli avvisi di garanzia spiccati nei confronti di medici e dirigenti della Federatletica.

Ieri, e di buon mattino, i carabinieri del Nas hanno effettuato diverse perquisizioni al fine di reperire nuova documentazione. Con tanto di mandato emesso dalla Procura della Repubblica di Bolzano, che conduce la delicata indagine, i militari si sono presentati nei rispettivi quartier generali di Coni e Fidal a Roma, dove si sono soffermati per alcune ore. Perquisizioni domiciliari nella capitale anche a casa di Giuseppe Fischetto, responsabile del settore medico della Fidal, e di Rita Bottiglieri, ex atleta e fino allo scorso anno responsabile del settore tecnico.

A Bologna i carabinieri si sono presentati a casa di Pierluigi Fiorella, anch’esso medico della Federatletica e che collaborava a stretto contatto con Schwazer. Perquisizione anche nell’appartamento di Michele Didoni, l’allenatore di Alex.

Ma cosa cercano gli inquirenti? Le perquisizioni sono state indirizzate ad una sfera molto vicina ad Schwazer, quella sanitaria e quella tecnica. Il filone d’indagine per il momento sembra concentrarsi sulle anomalie riscontrate sul passaporto biologico del marciatore azzurro a febbraio e ad aprile 2012. Il 26 gennaio a Latina l’atleta di Calice aveva dominato la 35 km chiudendola in 2 ore 28'10. Tra il 18 ed il 24 marzo 2012 Alex aveva ottenuto due prestazioni cronometriche di altissimo livello mondiale. Nell’arco di una settimana due tempi mostruosi, prima quello nella 20 km di Lugano (1h17'30) poi quello, in solitaria, nella 50 km di Dudince (3h40'58). Poi più nessuna gara fino alla positività.

Al Foro Italico i carabinieri hanno acquisito tutti gli esami cui è stato sottoposto il campione olimpico della 50 km di Pechino 2008 da quel giorno fino all'ultimo test. Documenti che serviranno nella ricerca di ulteriori eventuali incongruità e a far emergere possibili nuovi complici. In un clima di bocche cucite, il dottor Fischetto è uno dei pochi a parlare: «Non ho niente da nascondere ma sono stato io fra i primi a segnalare al Coni e alla Iaaf che alcuni dati di Schwazer erano sospetti. Ho inviato e-mail precise chiedendo che fosse controllato serratamente. Non è stato fermato perché erano solo indizi. I sospetti sono stati poi confermati dalla positività. Avevo anche segnalato che i suoi spostamenti da e per la Germania non mi piacevano affatto».

Dal Coni fanno sapere che di queste email non vi è alcuna traccia se non quelle in riferimento ad altri atleti. Il dotto Fiorella si dice tranquillo e che ovviamente gli dispiace di ritrovarsi indagato. «Ho sempre combattuto il doping, adesso mi ritrovo dall’altra parte – dice – Non sapevo assolutamente della frequentazione con Michele Ferrari. C’erano state delle indicazioni su esami non perfetti ma si parla di doping solo quando è accertato».

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