Bolghera, la vetrina dei talenti 

Ciclismo. Presentata ieri l’edizione numero 110 della storica corsa che domenica aprirà ufficialmente la stagione del pedale in Trentino In conferenza stampa Francesco Moser ha richiamato l’attenzione sulla necessità di «non complicare la vita» alle società che forgiano i giovani


Luca Franchini


Trento. Centodieci edizioni, numero importante: è quello del Giro della Bolghera, la classica d’apertura della stagione del ciclismo trentino, che domenica vivrà un triplice appuntamento sul classico circuito cittadino, nel capoluogo, con partenza e arrivo in via Vicenza. Saranno circa 500 gli atleti al via delle corse riservate ad Allievi (ore 12) e Under 23 (ore 15), abbinate anche quest’anno al 65° Trofeo Martiri Trentini per Juniores (ore 9.30). L’edizione 2019 della “Milano-Sanremo del ciclismo nostrano” è stata presentata ieri nella Sala Don Guetti di Cassa Centrale Banca a Trento, davanti a un folto pubblico.

Una storia importante.

La Bolghera mosse il primo colpo di pedale nel 1927, con la Forti e Veloci al tempo in testa al gruppo a fare l’andatura, nelle vesti di società organizzatrice, a precedere il passaggio di testimone – e del timone - al Cc Francesco Moser dell’infaticabile Bepi Zoccante. In testa al gruppo, a tirare la volata all’affascinante ultranovantenne delle due ruote, si sono alternati il presidente del consiglio regionale Walter Kasswalder, il “padrone di casa” Giorgio Fracalossi, l’assessore provinciale a sport e turismo Roberto Failoni, i numeri uno del Coni e della Fci trentina Paola Mora e Dario Broccardo, l’assessore allo sport del Comune di Trento Tiziano Uez, la direttrice dell’Apt Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi Elda Verones, il commissario del governo Sandro Lombardi e il campionissimo Francesco Moser. Nessuno, per rimanere in tema di due ruote, ha voluto “negare un cambio” a Zoccante, sottolineando l’importanza dell’evento in termini storico-culturali e sportivi, legati anche all’aspetto della promozione del territorio, storicamente vocato alle due ruote.

Una passione senza tempo.

Il segno degli anni che passano è dato anche dalla presenza degli ex professionisti – di un passato più e meno recente - Marcello Osler e Alessandro Bertolini, un tempo protagonisti in prima persona e vittoriosi al Giro della Bolghera, ora in platea in qualità di graditi ospiti. A non passare, invece, è la passione del Cc Francesco Moser, ancora in sella assieme al proprio collaudato gruppo di volontari, ringraziati a più riprese (giustamente) nel corso della presentazione.

Le speranze trentine.

L’ultima vittoria trentina è datata 2017, quando a imporsi fu il lagarino classe 1997 Riccardo Lucca, che ora difende i colori della Work Service Videa Coppi Gazzera assieme al fratello Simone. Sarà lui l’osservato speciale, con un occhio di riguardo anche per i chiesani Andrea Ferrari e Alberto Marini (Iseo Serrature Rime), Martin Nessler (Maserati) e Matteo Polo (Named), giusto per citarne solamente alcuni, in attesa dell’elenco definitivo degli iscritti, disponibile soltanto nell’immediata vigilia della corsa.

La riflessione di Moser.

Il Giro della Bolghera è una delle grandi classiche del ciclismo dilettantistico, che secondo Francesco Moser ha bisogno di tornare all’antico. «Bisogna fare i complimenti a Bepi Zoccante e al suo staff, che ancora si prendono l’impegno e la responsabilità di organizzare una corsa come la Bolghera – ha spiegato Moser –. Perché il ciclismo abbia un futuro ci vogliono i giovani, ma per crescerli servono le società, che vanno favorite. Invece si complica loro la vita. L’Uci in primis ha complicato le cose. Una macchina troppo complessa. Per riqualificare e ridare vita al ciclismo dilettantistico, ad esempio, bisogna tornare a far correre i dilettanti alle Olimpiadi. Aprirle ai professionisti è stata la cosa più sbagliata che si potesse fare. Loro hanno già i loro appuntamenti. Il mondo dilettantistico, invece, avrebbe uno scopo in più».

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