Arrampicata,  il presidente lotta contro il virus 

Roma. Dal sogno delle Olimpiadi di Tokyo («un appuntamento solo rimandato») all’incubo dell'automedica da cui combatte il Coronavirus. Davide Battistella vive una vita “in prima linea”: presidente...



Roma. Dal sogno delle Olimpiadi di Tokyo («un appuntamento solo rimandato») all’incubo dell'automedica da cui combatte il Coronavirus. Davide Battistella vive una vita “in prima linea”: presidente della Fasi, la Federazione di arrampicata sportiva che avrebbe debuttato ai Giochi spostati nel 2021, e medico delle emergenze nella zona di La Spezia.

Pericolo invisibile

«Siamo esposti ad un pericolo invisibile - racconta Battistella al telefono con l’Ansa -, oltre 70 professionisti hanno sacrificato la propria vita e il sistema sanitario ha perso preziose competenze. Siamo come i militari al fronte: conosciamo bene i rischi del mestiere. Ma oggi la nostra prima linea è indebolita, col rischio di riversare tutto negli ospedali». Battistella non nasconde la profonda preoccupazione per una situazione che pare migliorare ma di cui non si vede ancora la fine: «Ho tre figlie e una moglie, non è facile tornare da loro per paura di portare il virus a casa. Finisco il turno, passo in ambulatorio a disinfettarmi, entro persino dalla cantina ed evito contatti fisici ma sono ugualmente in ansia».

Quattro paia di guanti

Il lavoro si è fatto più pesante, è un continuo via vai di interventi per il Covid-19 e sono lunghe le procedure per sanificarsi: «La fase di svestizione è la più pericolosa. Abbiamo addosso ben quattro paia di guanti. Probabilmente se all’inizio avessimo avuto informazioni di precise sui dispositivi di protezione individuali ora avremmo meno contagiati tra gli operatori sanitari. Ma non è il momento di parlare, non bisogna perdere un colpo e a fine emergenza faremo un debriefing per capire cosa non ha funzionato».

Il suo pensiero però corre anche più avanti, a quando questa piaga sarà debellata, verso il grande palcoscenico di Tokyo 2021. «Il rinvio dispiace ma era obbligato. Ora come Fasi siamo stati tra i primi a sospendere l’attività e non prevediamo una ripresa a breve. Forse in maniera graduale in estate, dove la nostra specialità outdoor su roccia presenta meno problematiche rispetto alle palestre». Ma l’ordine, tra una seduta in videochat e un’altra, è di restare a casa.















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