1978, la beffa di moser 1988, l’exploit di fondriest

Due campionati del mondo distanti dieci anni l’uno dall’altro. Il primo si corre il 27 agosto 1978. Il secondo il 28 agosto 1988. Il primo sorprende per una sconfitta inattesa. Il secondo sorprende...



Due campionati del mondo distanti dieci anni l’uno dall’altro. Il primo si corre il 27 agosto 1978. Il secondo il 28 agosto 1988. Il primo sorprende per una sconfitta inattesa. Il secondo sorprende per una vittoria inattesa. Il primo si corre in Germania, ad Adenau, sul circuito del Nurburgring. Il secondo a Renaix, in Belgio. Protagonisti sono due trentini: Francesco Moser e Maurizio Fondriest.

Il 1978 è una delle stagioni più belle (e la più fruttuosa con 40 successi) per il fuoriclasse di Palù di Giovo. In primavera, in maglia iridata, vince la Parigi-Roubaix. Conclude sul podio il Giro d’Italia (la maglia rosa è del belga Johann De Muynck, secondo due anni prima, superato dal solo Felice Gimondi). Moser chiude terzo dopo aver centrato quattro vittorie di giornata (sui traguardi di tappa di Siena, Padova, Venezia-piazza San Marco e Cavalese).

Delle corse in preparazione al campionato del mondo vince la Tre Valli Varesine. Dimostra una eccellente condizione in vista della corsa iridata. Moser dovrà difendere il titolo mondiale conquistato l’anno prima (4 settembre 1977 a San Cristobal) e allo sprint sul tedesco Didì Thurau.

Il finale del Mondiale del 1978 lo vede opposto a Gerrie Knetemann. Un nuovo testa a testa per il trentino, consapevole di essere superiore all’olandese. Forse troppo convinto della sua superiorità. L’epilogo che nessuno si aspetta si materializza sulla linea di arrivo. Mezzo tubolare di differenza obbliga Francesco Moser all’argento e una sconfitta amarissima.

Nel 1988 Maurizio Fondriest corre la sua seconda stagione da professionista. Alla Milano-Sanremo è il solo a rispondere, sul Poggio, all’allungo di Laurent Fignon prima di piegarsi allo spunto veloce del francese in Corso Cavallotti nella città dei fiori. All’inizio dell’estate conclude al terzo posto il campionato italiano vinto da Pierino Gavazzi. A Renaix, in Belgio, corre il suo secondo Mondiale. Nel finale è in fuga con Claude Criquelion, campione di casa. Ai due battistrada si accoda Steve Bauer, già bronzo nel campionato mondiale di quattro anni prima a Barcellona vinto dallo stesso Criquelion che, a Renaix, lancia la volata a ridosso delle transenne. Tanto a ridosso che la ruota anteriore della sua bici centra la base di una transenna. Il belga cade. Bauer sbanda. Fondriest, con un guizzo, scarta entrambi e vince inaspettatamente il Mondiale. A ventitré anni di età è il più giovane campione del mondo del ciclismo italiano.

Una vittoria (trentina) inattesa, dieci anni dopo una sconfitta (trentina) altrettanto inattesa.

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