il festival dell’economia

Carlo Cottarelli: «Dall'inferno della pandemia si esce dando opportunità a tutti»

L’economista, direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici, ospite della rassegna: «Il Piano nazionale di ripresa e resilienza non mette risorse a sufficienza nella pubblica istruzione e negli asili nido, servirà anche una maggiore semplificazione nella pubblica amministrazione»



TRENTO. Carlo Cottarelli si è interrogato sullo spazio che che c’è tra un mondo sull’orlo dell’abisso e quello che verrà dopo. Lo ha fatto dimostrando come l'Italia abbia certamente bisogno di tornare a crescere, ma chiarendo che lo dovrà fare in modo sostenibile da un punto di vista sia sociale che finanziario e ambientale: il direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici ne ha discusso partendo dal suo ultimo libro: “All’inferno e ritorno, per la nostra rinascita sociale ed economica”. La politica e le riforme? Ha detto: «Per farle si deve sapere dove si vuole arrivare. Se non si definisce dall’inizio in quale mondo si vuole vivere, la politica diventa opportunismo».

Il titolo scatta una fotografia di un Paese, il nostro, che vuole uscire dalla crisi: «All'inferno e ritorno, per la nostra rinascita sociale ed economica». E’ l’ultima produzione letteraria di Carlo Cottarelli, nelle librerie per i tipi di Feltrinelli. Il tecnico a cui la politica guarda nei tempi difficili (è direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici) ne ha discusso al Festival dell’Economia con l’economista Paolo Guerrieri ed il giornalista Roberto Mania in un incontro coordinato dalla collega Tonia Mastrobuoni.

Cottarelli si è interrogato proprio riguardo quello spazio che che c’è tra un mondo sull’orlo dell’abisso e quello che verrà dopo. Lo ha fatto dimostrando come l'Italia abbia certamente bisogno di tornare a crescere ma chiarendo che lo dovrà fare in modo sostenibile da un punto di vista sia sociale che finanziario e ambientale: «La politica e le riforme ? Per farle si deve sapere dove si vuole arrivare. Se non si definisce dall'inizio in quale mondo si vuole vivere, la politica diventa opportunismo. Io dico nel libro le priorità, ma occorre fissare prima per bene le idee. L’opinione pubblica non è interessata a questi temi, votano chi fa promesse nel breve periodo, senza spiegare il perché. Il problema non sono i partiti, oggi siamo noi. Vedremo se con le prossime elezioni cambierà questa situazione. Lo stesso Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) non è nato rispondendo a richieste della gente, sono davvero queste le cose che vuole?». Cottarelli si è detto dubbioso: «Temo che le riforme si faranno solo in parte. In Italia si è lavorato sulla redistribuzione più che sulle opportunità. Si è tagliato su scuola e sanità. Il capitalismo lasciato a se stesso non da’ opportunità a tutti. Senza questo passaggio non si premia nemmeno il merito. Le possibilità non debbono essere solo legate alla nascita, serve l’uguaglianza di partenza ma il concetto di merito non può essere distrutto. A mio avviso una tassa di successione è valida, non credo invece ad una flat tax. In Italia il Piano ora deve fare salire l’ascensore sociale, per farlo servono sia capitale fisico, risorse, che umano. Il Piano non mette risorse a sufficienza nella pubblica istruzione, negli asili nido. Servirà anche una maggiore semplificazione nella pubblica amministrazione», ha concluso.









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