IL DIBATTITO

Le Acli di Trento: “Sì agli asili aperti anche a luglio. E’ una scelta di solidarietà”

“Si può davvero, con poco, coniugare il compito formativo e sociale assegnato ai servizi educativi per la prima infanzia con le esigenze delle famiglie”

LEGGI ANCHE: Il no dei sindacati trentini: “I bambini hanno diritto al riposo, gli insegnanti al recupero psico-fisico --- Il no di Lucia Coppola: "Sarebbe un abuso nei confronti delle maestre e dei bambini che in quel tempo hanno diritto di fare altro"



TRENTO. "Una scelta di solidarietà". Le Acli trentine hanno accolto con interesse l'ipotesi espressa dalla Giunta provinciale di prolungare il servizio scolastico per i bambini delle scuole dell'infanzia per l'intero mese di luglio. Una posizione molto diversa da quella dei sindacati trentini, secondo i quali "i bambini hanno diritto al riposo, gli insegnanti al recupero psico-fisico", e della consigliera Lucia Coppola, per la quale l'apertura "sarebbe un abuso nei confronti delle maestre e dei bambini che in quel tempo hanno diritto di fare altro".

"Abbiamo, nel contempo, registrato posizioni contrarie a tale ipotesi proprio da parte di singoli ed organizzazioni che operano in tali servizi. Le nostri associazioni e i nostri servizi, in modo particolare attraverso Enaip, promuovono iniziative ed opportunità anche di tipo educativo rivolte alle famiglie e, attraverso i propri Patronati, offrono supporto affinché le stesse possano fruire di tutte le opportunità previste per i componenti il nucleo familiare, compresi, ovviamente, i bambini", si legge in una nota. 

"Vorremo pertanto offrire il nostro contributo alla questione, proponendo alcune sintetiche considerazioni che emergono dalla posizione di osservatori ‘privilegiati’ come lo sono i volontari e gli operatori delle ACLI Trentine.

Non ci dilunghiamo sulle conseguenze che la pandemia ancora in corso sta portando con sé, e che tocca più dimensioni della vita delle persone, senza guardare in faccia nessuno: dai bambini, ai giovani, agli adulti in età produttiva, fino agli anziani.

Conseguenze che riguardano la salute, il dolore, la perdita di legami affettivi profondi ma anche la perdita delle relazioni sociali, del lavoro, ecc.

E’ stato di continuo utilizzato il concetto di resilienza per aiutare tutti noi a ritrovare la forza di saper reagire e a saperci adattare a quanto ci sta ancora accompagnando. A noi piace anche praticare, accanto a questa grande competenza che l’essere umano sviluppa fin dalla nascita, un altro valore, che è quello della solidarietà. La solidarietà, competenza anch’essa, va a fondare un possibile modo di costruire dei modelli sociali, da quelli più informali a quelli più istituzionali. E’ la convinzione del come gli esseri umani possono relazionarsi tra loro: in modo solidale, appunto. La solidarietà si esprime maggiormente nei momenti e negli stati di necessità, quale quello che stiamo tutti vivendo”.

Per le Acli, è una scelta solidale quella:

- “di consentire ai bambini di mantenere stabili e sicure relazioni con adulti e con pari che consentono di costruire attaccamenti sicuri all’interno di una continuità affettiva ed emotiva. Quante volte questo diritto, che sostiene una buona crescita, è stato quest’anno ‘disturbato’! Aperture diversificate, gruppi ricomposti, chiusure hanno richiesto ai bambini e alle bambine grandi capacità di adattamento, a volte oltre le loro possibilità;

– di consentire alle famiglie di mantenere stabile la propria organizzazione familiare, in termini di garanzia del lavoro, di tempi di impegno e di riposo familiare. Quanti genitori hanno perso il lavoro o si sono dovuti reinventare un lavoro? Quanti genitori, in particolare mamme, hanno dovuto rinunciare al lavoro proprio per essere più presenti con i bambini e anche, spesso, con le persone anziane vicine?

- di poter accedere a servizi già esistenti e senza costi aggiuntivi per ricercarne altri. Quante famiglie si sono aggiunte quest’anno nella fascia di povertà presente anche nella nostra provincia?”

“Sono solo tre motivi, si potrebbe fare un lungo elenco.

Le Acli sono convinte che in questo modo si possa davvero, con poco, coniugare il compito formativo e sociale assegnato ai servizi educativi per la prima infanzia con le esigenze delle famiglie e dei cittadini, bambini o adulti che siano”.













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