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Anche in Trentino partono le prove Invalsi. Ricci: «Ci serviranno a capire dove ci ha portato la pandemia»

Il responsabile nazionale è il protagonista della nuova puntata delle intervista sul mondo della scuola di Maurizio Zambarda. Il ringraziamento ai docenti: «Nonostante tutte le difficoltà il filo dell’apprendimento non si è mai interrotto, credo che sia quasi eroismo civico»



TRENTO. In apprensione, in questi giorni, più che scolari e studenti sono soprattutto i docenti che vedono il loro operato sottoposto a giudizio, seppur indirettamente. Per il mondo della scuola sono i giorni delle prove Invalsi, strumento ideato dall’Istituto Nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione per appurare, in tutti i plessi scolastici italiani, il grado di raggiungimento dei livelli di apprendimento fissati dal ministero dell’istruzione.

Tutte le famiglie con figli in età scolastica sanno benissimo cosa siano le prove Invalsi. L’argomento è il tema della nuova puntata delle nostre interviste dedicate alle scuola. A dialogare con Maurizio Zambarda è un ospite di grande prestigio, Roberto Ricci, di fatto “il papà delle prove Invalsi”, come lo definisce il nostro Zambarda.

Scuola, parla Roberto Ricci, il "papà" delle prove Invalsi che partono anche in Trentino

Il responsabile nazionale delle prove Invalsi è il protagonista della nuova puntata delle interviste sul mondo della scuola con il nostro Maurizio Zambarda: Roberto Ricci parla anche della necessità di valutare il livello di raggiungimento, nelle scuole italiane, dei traguardi di apprendimento nell'anno falcidiato dalla pandemia, per capire da dove ripartire

Nell’intervista a Ricci si parla anche del perché vengono organizzate le prove Invalsi in un anno falcidiato dalla pandemia che ha visto regioni e province affrontare anche l’emergenza scolastica in maniera del tutto differente, e disomogenea, da territorio a territorio. «È una domanda legittima – la risposta del responsabile dell’Area Prove Nazionali di Invalsi – anzi, è la vera domanda e i dubbi sono del tutto comprensibili. Rispondo che proprio in un anno come questo le prove Invalsi sono importanti per farci capire quale livello di apprendimento è stato raggiunto e per capire dove siamo arrivati e come recuperare».

Ricci racconta anche come vengono costruite le prove («la gestione dura almeno due anni, le prove vengono controllate più volte prima di arrivare sui banchi di scuola»), annuncia novità in campo digitale e conclude con un ringraziamento agli insegnanti, con una definizione davvero lusinghiera rivolta ai docenti: «Grazie per quello che fate, e non mi riferisco solo a Invalsi: nonostante tutte le difficoltà, le incertezze e i ripensamenti, il filo dell’apprendimento non si è mai interrotto e credo che questo sia quasi eroismo civico. Grazie».













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