ANSA/ Maurizio Cheli, ad Area X la mia vita in volo



(ANSA) - TORINO, 27 NOV - Il volo nello spazio è un'esperienza che non abbandona gli astronauti anche a distanza di anni. Maurizio Cheli, astronauta e pilota collaudatore originario di Zocca - paese che vanta almeno un altro cittadino illustre, Vasco Rossi - grazie alla sua passione per il volo è andato lontano, a bordo dello Spase Shuttle nel 1996 per una missione di 16 giorni da cui è tornato con una miriade di insegnamenti. Li ha condivisi ieri sera nello spazio di Area X, iniziativa di Intesa Sanpaolo Assicura inaugurata oltre un anno fa, nel cuore di Torino, come luogo di edutainment per il pubblico sulla cultura della protezione, a contenuto altamente tecnologico. "Vedere la Terra a 400 chilometri di distanza aiuta a cambiare radicalmente prospettiva - ha detto Cheli - facendo scorrere una galleria di fotografie scattate dallo spazio - Da lassù i colori che prevalgono sono il blu predominante del pianeta, il bianco delle nubi che lo avvolgono e il nero dell'universo: non ho mai più visto un nero così intenso". Alzando lo sguardo all'orizzonte, visto dallo spazio, colpisce però anche il sottile strato dell'atmosfera, una pellicola che sembra sottilissima, come la pelle di una pesca. È solo quello strato a permettere la vita, proteggendola dal vuoto cosmico che le sta intorno". La protezione è stata il filo conduttore dell'incontro, come è centrale in Area X, lo spazio esperienziale di via San Francesco d'Assisi 12 che ha ospitato l'iniziativa e che parte dal racconto immersivo della vita su un pianeta alieno per far capire l'importanza di proteggersi dal rischio nel mondo reale. "Per gli astronauti è un tema centrale. Tutto il nostro addestramento si basa sulla protezione: si analizzano scenari via via più complessi per far fronte ad ogni emergenza. Tutti noi nella vita reale dovremmo essere un po' astronauti", dice Cheli. Per lui l'esperienza del volo, a cui ha dedicato tutta la vita, inizia come pilota collaudatore all'Aeronautica militare, dove rimane per più di 15 anni prima di incappare in un annuncio sul giornale: la Nasa cercava astronauti. È il sogno di una vita, ma Cheli deve passare per una selezione severa che dura oltre due anni e da 1600 candidati arriva a sei: è l'unico italiano a risultare idoneo. Dopo un ulteriore, intenso addestramento alla Nasa diventa astronauta e viene assegnato a una missione. Così, nel 1996, decolla da Cape Canaveral per il viaggio più emozionante, in orbita due settimane per condurre una serie di ricerche ed esperimenti scientifici. Tornerà con una serie di racconti incredibili, aneddoti divertenti sulla vita a bordo e due consapevolezze: "L'importanza di fare affidamento sulla tecnologia e sul veicolo per ogni aspetto della protezione dell'equipaggio, anche in condizioni estreme, e la fragilità della Terra". Un aspetto di cui si ha una percezione quasi fisica dallo spazio: "La siccità è nell'istantanea di un lago quasi scomparso; l'inquinamento visibile a occhio nudo. Le chiazze geometriche di terreno nudo che solcano la foresta amazzonica, segno tangibile della deforestazione". La sostenibilità, come la protezione, è qualcosa che "entra dentro di te, mentre sei nello spazio", conclude. (ANSA).









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