montagna

La Sat: “Marmolada luogo di elezione per l’alpinismo, niente impianti”

I satini chiedono l'abbandono dei progetti di rilancio dello sci alpino, la rimozione degli impianti ancora presenti sul versante settentrionale e la ricostruzione del rifugio Pian dei Fiacconi in area a minor rischio valanghivo (foto Cristian Ferrari-Sat)



TRENTO. Continua a far discutere l’ipotesi di realizzare nuovi impianti sulla Marmolada. La Sat esprime da sempre la propria contrarietà ai progetti di rilancio e potenziamento dello sci alpino (assieme a Cai Veneto, Cai Alto Adige e Avs, nel 2015, aveva evidenziato i rischi per il patrimonio Unesco) e lo ha fatto ancor più duramente in seguito alla valanga che ha distrutto, lo scorso dicembre, il rifugio Pian dei Fiacconi, mentre il suo gestore, Guido Trevisan, riparte dal rifugio Caldenave in Lagorai.

“Le ipotesi di sviluppo del versante settentrionale della Marmolada - fa sapere ora la Sat – vertono ancora sul rilancio dello sci alpino. Una strategia che pare prescindere non solo dalla evidente precarietà e delicatezza ambientale, accentuata dalla crisi climatica in atto, ma anche dai molteplici valori che la Marmolada racchiude e dai quali siamo convinti si debba partire per delineare una strategia alternativa volta a restituire alla Regina delle Dolomiti selvatichezza, fascino e identità”.

Da qui la decisione satina di mettere nero su bianco la propria idea della Marmolada: “La Marmolada è una montagna iconica: il suo valore naturale e paesaggistico, le sue peculiarità legate all’alpinismo e alle vicende belliche, la rendono unica fra tutte le altre cime circostanti. La Marmolada può e deve tornare “La montagna” dove, a partire dai predominanti aspetti naturalistici, mettere a valore quelli più propriamente alpinistici, storici e culturali”.

Il Consiglio Centrale della Sat, nella seduta del 17 febbraio, ha approvato un documento, dopo averlo condiviso con le Sezioni fassane di Moena, Pozza di Fassa e Alta Val de Fasha, in cui vengono fatte alcune proposte: 

l’abbandono di ogni progetto di rilancio e potenziamento dello sci alpino, per recuperare la Marmolada quale luogo di elezione per l’alpinismo, nella sua accezione più alta di esplorazione, avventura, scoperta ma anche di ricerca naturalistica e storica;

la totale rimozione degli impianti ancora presenti sul versante settentrionale della Marmolada, inclusi quelli già dismessi e relativi resti;

la ricostruzione del rifugio Pian dei Fiacconi, in area a minor rischio valanghivo, per restituire ai frequentatori un importante punto di riferimento, per corsi di formazione e approfondimento delle tecniche alpinistiche ma anche dei valori ambientali e storici del luogo;

dare attuazione ad un progetto di comunità volto alla gestione, ripristino, valorizzazione e promozione dell’area trentina della Marmolada, sull’esempio della proposta di Ecomuseo dell’Immaginario,  già condivisa dall’amministrazione comunale uscente di Canazei, mettendo a valore i punti di forza già presenti: assieme al rifugio Pian dei Fiacconi, la Capanna Penia e il Museo della Guerra. Ma che sappia anche affrontare le criticità: non solo i vecchi impianti da eliminare, ma anche un ripensamento della fruizione e uso dell’area del Lago e Passo Fedaia.













Scuola & Ricerca

In primo piano