il caso

Lago di Garda, è emergenza pesca di frodo: dodici reti fantasma recuperate nel 2023

Scarmigliati dell’Associazione Pescatori: “Chi sa denunci”


di Daniele Peretti


ALTO GARDA. E’ emergenza pesca di frodo ed avvicinandosi il periodo
della riproduzione, i danni potrebbero essere ancora più ingenti.
Maurizio Scarmigliati presidente dell’Associazione Pescatori lancia un
appello: “Chi sa denunci la presenza di reti fantasma cioè non
segnalate in superficie, posizionate in modo irregolare e di fatto
invisibili. Per recuperarle è necessario un uncino trascinato sul
fondo.” Le Guardie Ittiche Volontarie sono in piena attività di
prevenzione ed in collaborazione con l’Unione dei Pescatori Sportivi
del Garda stanno monitorando il lago per intervenire dopo appostamenti
in serie.

Nel 2023 sono state dodici le reti recuperate, ma
altrettante sono già state portate in superficie da inizio anno. Si
tratta di reti più grandi del consentito in altezza – 3 metri e non 2
– con una maglia più piccola rispetto a quella regolare – 35
millimetri contro 37 – e non sono solo dannose per il pesce, ma
costituiscono un pericoloso rischio per bagnanti, sub ed anche per le
imbarcazioni. Si sta avvicinando il periodo della riproduzione del
coregone – lavarello in ritardo di 25 giorni rispetto a dieci anni fa
e per questo il divieto di pesca è stato prolungato fino a fine mese.
L’associazione Pescatori tramite il presidente Scarmigliati fa sapere
che denuncerà alle autorità competenti i bracconieri, un modo per
togliere l’impunità a chi sfrutta l’omertà diffusa per restare
anonimo. Si chiede anche che alla Guardia Costiera venga dato mandato
e specifico incarico di sorveglianza alla stregua di quanto accade in
mare.













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