l’ordinanza

Gardone vieta l’accesso «a cani e umani» nelle aiuole pubbliche


L’ordinanza prevede contravvenzioni da 25 a 500 euro e di fatto vieta di gettare carte e calpestare gli spazi verdi, nonché di introdurre cani nelle aiuole pubbliche


Daniele Peretti


GARDONE RIVIERA. Farà discutere l’ordinanza con la quale il sindaco di Gardone Andrea Cipano vieta l’accesso alle aiuole pubbliche sia ai cani che agli umani. Si tratta però di un provvedimento a tutela del verde pubblico causata dalla maleducazione di quei proprietari di cani che non ne raccolgono gli escrementi e dal mancato rispetto in senso lato delle aiuole.

L’ordinanza prevede contravvenzioni da 25 a 500 euro e di fatto vieta di gettare carte e calpestare gli spazi verdi, nonché di introdurre cani nelle aiuole pubbliche. L’obiettivo dell’amministrazione è tutelare il titolo di “Città giardino” che Gardone si è guadagnato investendo somme considerevoli per la realizzazione di aiuole e per la loro manutenzione all’interno del territorio. L’impegno profuso per migliorare l’estetica di Gardone è messo in discussione dalle tante persone che non solo camminano sopra le aiuole, ma le occupano fisicamente lasciando a terra ogni genere di rifiuti, ai quali si aggiungono i proprietari di cani che vengono meno al dovere civico di raccogliere le feci dei loro cani.

«Vietato calpestare, gettare carte e introdurre animali all’interno delle aiuole o compiere qualsiasi attività che pregiudichi la conservazione e tutela dei suddetti luoghi», si legge nei cartelli di divieto. Tutto ciò per «assicurare il decoro urbano e la prevenzione di condotte illecite», anche perché certi deplorevoli comportamenti persistenti possono mettere a rischio la sopravvivenza delle aree verdi.













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