lago di garda

Coregone, domenica 22 a Salò la manifestazione dei pescatori

La protesta contro il divieto di immissione della specie nel lago di Garda, di fronte alle deroghe per i laghi di Iseo e Como.


Daniele Peretti


LAGO DI GARDA. I pescatori portano in acqua la loro protesta nei confronti del divieto di semina degli avannotti di coregone per il solo lago di Garda, mentre è stata autorizzata per i laghi di Iseo e Como.

L’appuntamento è per domenica 22 con i pescatori che arriveranno sia a bordo delle loro barche, ma anche in automobile e pullman portando a manifestare anche le loro famiglie.

Hanno garantito la presenza sia i ristoratori che alcuni clienti, perché quello del mancato ripopolamento del coregone non è un problema che interessa solo i pescatori professionisti, ma anche tutto l’indotto compreso il settore gastronomico.

Senza il rinforzo dell’immissione esterna, la presenza del coregone è garantita unicamente dalla riproduzione il cui apporto però non garantisce la sopravvivenza della specie.

Il blocco del ripopolamento è motivato dalla presenza del carpione, che essendo una specie endemica ad alto rischio di estinzione e presente solo nel Lago di Garda, potrebbe risentire negativamente della concorrenza alimentare del coregone arrivato nel Benaco nel 1918.

Tempo permettendo, è prevista una prima manifestazione in acqua con barche e striscioni con successivo approdo sul lungo lago dove saranno presenti anche il sindacalista Olivero Sora in rappresentanza della Fai Cisl ed il deputato bresciano Fabrizio Benzoni (Azione).

Quella di domenica sarà la seconda manifestazione interregionale promossa a difesa del coregone ed hanno già annunciato la loro presenza una quarantina di pescatori professionisti veronesi che raggiungeranno Salò a bordo di un pullman; mentre dalla sponda bresciana dovrebbero arrivarne una ventina, al momento nulla ancora si sa riguardo la possibile presenza dei pescatori non professionisti che hanno comunque garantito la loro presenza.

Del resto quello della possibile estinzione del coregone è un problema aperto che riguarda più settori economici alle prese con un pescato inferiore di quasi due terzi, rispetto a quanto si poteva pescare prima del divieto. Salò è stata scelta in quanto sede della Comunità del Garda, ente comprensoriale impegnato in prima linea nel coordinare le azioni finalizzate a portare a tutti i livelli il problema. 

“Ritengo che sia indispensabile dotarsi di metodi scientifici e di dati chiari ed inequivocabili, anche se non è si tratta di una questione legata solo ai pesci e delle biodiversità da salvaguardare – afferma Filippo Gavazzoni, vice presidente della Comunità del Garda – sono circa un centinaio le famiglie gardesane che vivono con la pesca ed altri fattori come l’ambiente e l’ecosistema oltre all’aspetto economico legato al turismo”.  













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