Lago di Garda

Ciclovia del Garda, Legambiente smentisce un proprio avallo al progetto

L’associazione: «Crediamo che le piste ciclabili siano strumenti utili per far crescere la cultura di un turismo e mobilità alternativi. Certo non ad ogni costo»


Daniele Peretti


LAGO DI GARDA. Legambiente smentisce categoricamente un suo avallo alla ciclovia del Garda definendo come voci prive di fondamento quelle riportate in queste giorni dalla stampa. “L’inutile ridda di voci che si sussegue da qualche giorno fa intendere che la responsabilità di una ciclovia, progettata in altra sede, possa essere anche degli ambientalisti e in particolare di Legambiente. Se non si legge quanto indicato dal documento, riteniamo si diano interpretazioni affrettate e non corrispondenti al vero – affermano in una nota stampa Legambiente Lombardia e il Circolo per il Garda – abbiamo collaborato come tecnici al tavolo perché crediamo che le ciclovie siano strumenti utili per far crescere la cultura di un turismo e mobilità alternativi. Certo non ad ogni costo. Quello che invece non si capisce è perché, essendo uscite dal tavolo tecnico delle chiare indicazioni queste non siano poi state osservate dagli enti preposti e nelle conferenze dei servizi. Le prescrizioni c’erano e ci sono. Perché non se ne è tenuto conto?».

Già nel 2019 Legambiente aveva partecipato al Tavolo Tecnico Operativo per la valutazione dei diversi Progetti di Fattibilità Tecnico ed Economica del Ministero delle Infrastrutture al quale presero parte oltre a tutti i soggetti istituzionali coinvolti anche la FIAB ( Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta). Il tavolo poteva contare anche sulla consulenza tecnico scientifica del professor Paolo Pileri del Politecnico di Milano chiamato dal Ministero a condurre il Tavolo. Ai numerosi incontri e osservazioni sui tratti in cui è stato possibile verificare il tracciato, in data 5 ottobre 2021 il tavolo ha formulato una serie di prescrizioni per le regioni Lombardia e Veneto chiedendo alla provincia di Trento di adottare gli stessi parametri e riferimenti emersi per le altre regioni, non avendo il Ministero competenza su Trentino Alto Adige. “Il tratto trentino della ciclovia, in galleria e a sbalzo, godeva da parte dei componenti del tavolo degli stessi dubbi di altre tratte. Tanto più che le conclusioni del Tavolo erano in modo particolare sull’ammissibilità al finanziamento del primo lotto di ciascun intervento regionale, con le indicazioni, nero su bianco nel verbale, di considerare all’atto del progetto di fattibilità dell’intero percorso le preoccupazioni espresse”.













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