il caso

Cammelli regalati da Gheddafi a Berlusconi, il Parco Natura Viva di Bussolengo si offre di ospitarli

Il direttore scientifico Avesani: “Gli eredi dovrebbero farsi carico delle spese di trasferimento mettendo anche a disposizione un piccolo vitalizio” (foto repertorio Ansa Epa)


di Daniele Peretti


BUSSOLENGO. Una parte del lascito ereditario di Silvio Berlusconi potrebbe finire in Veneto e più precisamente al Parco Natura Viva di Bussolengo. Succede che alla morte dei proprietari perfino cani e gatti possano diventare una presenza non gradita da parte degli eredi, figuriamoci se si tratta di tre cammelli. Nel caso specifico sono quelli che il leader libico Muammar Gheddafi regalò a Berlusconi prima della sua morte del 2011 e che hanno trovato spazio nel testamento come beni che andranno agli eredi. Non è noto a quale dei figli siano stati destinati come non ci sono certezze su dove possano essere: pare che si trovino ancora allo zoo di Tripoli, bloccati dallo scoppio della guerra civile. Quello che è certo è che si tratta di una specie longeva a rischio estinzione e che da parte loro sono stati anche testimoni inconsapevoli di un particolare periodo storico.

Quello vissuto all’insegna, siamo agli inizi del 2000, dell’amicizia sia politica che personale tra i due statisti. Quando Berlusconi andò in visita a Tripoli ci furono anche gite nel deserto e notti trascorse nelle tende berbere e berbera è la tradizione del dono dei cammelli considerato un regalo di pregio. E quando fu Gheddafi a ricambiare la visita a Roma, siamo nel 2009 un anno dopo la firma dell’accordo di riparazione per gli oltre 30 anni di colonialismo italiano, non volle rinunciare alla sua tenda berbera che fu allestita a Villa Doria Pamphili.

Diventata pubblica la notizia del lascito a farsi avanti è stato Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico del Parco Natura Viva di Bussolengo, che si è dichiarato disponibile ad ospitarli in un ambiente nel quale già vivono un migliaio di esemplari di diverse specie: “Non abbiamo aggiornamenti. Di certo gli eredi dovrebbero farsi carico delle spese di trasferimento mettendo anche a disposizione un piccolo vitalizio a favore dei cammelli. Verrebbero collocati in uno spazio ricavato nei cinque ettari di savana dove già si sono ambientati gli orici dalle corna a sciabola il cui habitat è il deserto che è una specie estinta in natura. Oppure i cammelli della Mongolia dei quali in natura ci sono solo 300 esemplari”.

Cesare Avesani Zaborra prosegue: “Se l’erede destinatario decidesse di portarli in Italia noi saremmo disposti ad accoglierli: non sarebbe la prima volta che ci occupiamo di animali provenienti dal Nord Africa. In passato un nostro veterinario andò a Tripoli a curare le tigri che Gheddafi teneva nel suo parco.”

Se il trasferimento si dovesse concretizzare i cammelli dovrebbero avere la documentazione sanitaria in regola e sarebbero destinati ad un’esistenza decisamente migliore rispetto a quella che stanno vivendo nel caos libico. Intanto il diffondersi di questa notizia permetterà anche di capire se i tre cammelli siano o meno in vita perché allo stato attuale non ci sono certezze.













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