La funivia precipitata

Mottarone, Tadini: "Messo il forchettone blocca freni anche altre volte"

Il caposervizio della funivia nell'interrogatorio in carcere conferma le ammissioni: "Porterò il peso di questa tragedia tutta la vita, ma non sono un delinquente"

VERBANIA


VERBANIA. Ha ammesso di aver messo il ceppo blocca freno, e di averlo fatto altre volte, Gabriele Tadini, il caposervizio della funivia del Mottarone, interrogato questa mattina (29 maggio) nel carcere di Verbania dal gip Donatella Banci Buonamici.

Difeso dall'avvocato Marcello Perillo, l'uomo ha spiegato che le anomalie manifestate dall'impianto non erano collegabili alla fune ed ha escluso collegamenti tra i problemi ai freni e quelli alla fune. "Non sono un delinquente. Non avrei mai fatto salire persone se avessi pensato che la fune si spezzasse", ha detto Tadini al gip secondo quanto riferito dal suo legale. "Porterò il peso per tutta la vita, sono distrutto perché sono morte vittime innocenti", ha aggiunto. Al termine dell'interrogatorio, la difesa di Tadini ha chiesto gli arresti domiciliari, non la libertà. 













Scuola & Ricerca

In primo piano

Film Festival

Lo scioglimento dei ghiacciai nella poetica del teatro trentino

La Stagione Regionale Contemporanea si conclude con “Rimaye” di AZIONIfuoriPOSTO, che stasera (3 maggio) darà spazio a un’indagine su ciò che è destinato a sparire e alla sua eredità, mettendo in relazione corpi umani e corpi glaciali. Entrambi infatti sono modificatori di paesaggio e custodi di memorie


Claudio Libera