Il caso

Indagine sulla morte di Michele Merlo, il cantante di «Amici»: era andato al pronto soccorso ma l’avevano rimandato a casa

E’ morto a 28 anni per un’emorragia cerebrale scatenata da una leucemia fulminante. L’accusa dei familiari, l’Azienda sanitaria apre una indagine interna



BOLOGNA. «Vorrei un tramonto, ma mi esplode la gola e la testa dal male. Rimedi?». C'è un sole rosso fuoco a far da sfondo su Instagram alle ultime parole del cantante Michele Merlo, in arte Mike Bird, 28 anni, morto ieri sera, domenica 6 giugno, nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale Maggiore di Bologna dopo essere stato colpito, nella notte tra giovedì e venerdì, da un'emorragia cerebrale scatenata da una leucemia fulminante e sottoposto a un delicato intervento chirurgico.

Prima del ricovero d'urgenza il cantante vicentino, già concorrente di X Factor e di Amici, mercoledì scorso è stato rimandato a casa dall'ospedale di Vergato, sull'Appennino bolognese, dove i sintomi che presentava da qualche giorno sono stati interpretati «come una banale forma virale», è l'accusa dei familiari.

Ora l'Ausl, oltre ad esprimere «vicinanza e cordoglio» alla famiglia del 28enne, ha aperto un'indagine interna per ricostruire la vicenda. L'azienda sanitaria, sentita anche la famiglia, sta infatti «ricostruendo la vicenda a partire dal primo accesso del giovane all'ospedale di Vergato, avvenuto nel pomeriggio di mercoledì 2 giugno, e dove risulta essere stato visitato dal medico di continuità assistenziale. È in corso la ricostruzione puntuale del soccorso in emergenza avvenuto il giorno successivo che ha condotto all'intervento e al ricovero in rianimazione», ha fatto sapere l'Ausl.

La direzione ha dato «mandato al risk manager aziendale di procedere ad attivare l'iter per un audit di rischio clinico».

A chiamare il 118, giovedì 3 giugno, sono stati degli amici a casa dei quali Michele stava cenando: hanno raccontato ai soccorritori che il cantante si era dapprima mostrato in stato confusionale, poi aveva avuto un attacco di convulsioni e, alla fine, si era accasciato. Il 28enne non si è più ripreso.

«Michele - ha detto ieri la famiglia - si sentiva male da giorni e mercoledì si era recato presso il pronto soccorso di un altro ospedale del bolognese che, probabilmente, scambiando i sintomi descritti per una diversa, banale forma virale, lo aveva rispedito a casa. Anche durante l'intervento richiesto al Pronto soccorso, nella serata di giovedì, pare che lì per lì non fosse subito chiara la gravità della situazione».

Oggi i genitori, lasciando l'ospedale Maggiore di Bologna, sono rimasti in silenzio davanti ai giornalisti, chiusi nel loro dolore. Anche un gruppo di ragazzi si è ritrovato fuori dalla struttura per ricordare il cantante. «Era una persona fantastica - racconta un amico, Federico Baroni - tra me e lui c'era un rapporto fraterno. Abbiamo vissuto insieme a Roma, abbiamo fatto un sacco di esperienze musicali insieme. Era un po' amore e odio tra me e lui, sono sincero. Era viscerale in tutto: nell'amore, nell'amicizia, nei rapporti con i familiari, viveva tutto al massimo. Sono sicuro che questa cosa arriverà, lui voleva lasciare un messaggio con la propria musica. È brutto da dire - ha concluso il giovane - ma grazie a questa cosa un sacco di persone capiranno quanto è importante per un artista, per un ragazzo esprimersi attraverso la musica, attraverso i propri sentimenti».













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