IL CASO

Blitz contro i migranti, è scontro tra Italia e Francia

Irruzione degli agenti d'Oltralpe nella stazione di Bardonecchia. La Farnesina chiama l'ambasciatore


Laurence Figà-Talamanca


BARDONECCHIA. Italia e Francia sull'orlo di una crisi diplomatica, come non accadeva da anni. E ancora una volta lo scontro si consuma sul tema dell'immigrazione, o meglio sul controllo della frontiera comune.

A scatenare l'ira del governo e l'indignazione della politica italiana tutta, è stato il blitz di doganieri francesi venerdì sera in una sala della stazione di Bardonecchia, dove opera l'ong Rainbow4Africa, per effettuare un test delle urine a un nigeriano, immigrato regolare fermato sul treno Parigi-Milano e sospettato di traffico di stupefacenti.

Bardonecchia, caso politico tra Italia e Francia

Convocato l'ambasciatore francese

«Un atto grave», tuona la Farnesina dopo che nel pomeriggio aveva convocato l'ambasciatore francese in Italia, Christian Masset, per esprimergli «la ferma protesta del governo italiano sulla condotta dei doganieri, ritenuta inaccettabile». Roma reagisce, dunque, con «conseguenti e immediati effetti operativi sul concreto funzionamento della sinora eccellente collaborazione frontaliera».

A ricevere l'ambasciatore è stato il direttore generale per l'Ue, Giuseppe Buccino Grimaldi, che al collega francese ha anche manifestato «il disappunto per l'assenza di risposte alle nostre richieste di spiegazioni». La Farnesina deve infatti aver giudicato insufficiente la ricostruzione di quanto avvenuto al confine, fornita ieri dal ministro per l'Azione e i Conti pubblici francese, Gerald Darmanin, con un comunicato: secondo Parigi, i doganieri francesi a Bardonecchia hanno agito legittimamente in territorio italiano, «in virtù di un accordo sugli uffici a controlli nazionali abbinati del 1990, nel rispetto della legge e delle persone».

Una spiegazione considerata «non soddisfacente e inesatta», però, anche dal Viminale che starebbe valutando l'opportunità di sospendere le 'incursioni’ del personale di polizia e doganieri francesi in Italia. Secondo la versione del ministro francese, inoltre, in base allo stesso accordo, il locale della stazione di Bardonecchia usato per fare il test delle urine al nigeriano «con il suo consenso scritto», «è a disposizione della dogana francese» e «da qualche mese concesso anche all'associazione di aiuto ai migranti».

Gli agenti avrebbero quindi chiesto la possibilità di accedere al bagno, «cosa che è stata loro accordata». Ma la Farnesina replica che le dogane francesi erano state «messe al corrente» che quei locali della stazione, «precedentemente accessibili ai loro agenti, non lo sono più», proprio perché ormai occupati dall'ong. Proprio su questa questione, era già stato previsto un incontro per il 16 aprile a Torino.

Nel mirino delle polemiche non finisce solo la collaborazione italo-francese. Ma l'intera idea di Unione europea che il presidente francese Emmanuel Macron si è impegnato a rilanciare insieme, anche, al governo italiano.

Il coro di indignazione della politica, ancora alle prese con la formazione di un nuovo esecutivo, è unanime: da Matteo Salvini che chiede di «espellere i diplomatici francesi» promettendo che «i nostri confini ce li controlleremo noi», al Movimento 5 Stelle che parlando di un «fatto grave» sottolinea come sul tema dell'immigrazione «la collaborazione tra partner Ue sia fondamentale», fino al reggente del Pd Maurizio Martina che twitta: «Non è certo così che si fa la nuova Europa». Dal canto suo, l'ong Rainbow4Africa ha espresso «rabbia e amarezza», ma anche l'intenzione «di tornare a fare il nostro lavoro di medici, infermieri, mediatori, avvocati» in favore dei migranti.













Scuola & Ricerca

In primo piano