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«Là dove ci sono meli metterò le viti»

Matteo Andreis, di Caldes, era amico di Andrea Papi: «Un ragazzo solare: era impossibile non volergli bene»


Carlo Bridi


SAN GIACOMO DI CALDES. La storia che raccontiamo oggi, è quella di un compaesano e amico di Andrea Papi, il giovane sbranato dall’orso meno di un mese fa. Parliamo di Matteo Andreis, nato e cresciuto a San Giacomo, una piccola frazione di Caldes. «Eravamo molto amici io e Andrea e ci trovavamo spesso per le iniziative di animazione, nelle sagre e nelle feste del paese. Era un ragazzo solare al quale era impossibile non voler bene. La sua mancanza ha segnato tutti noi oltre che i suoi famigliari» spiega Matteo.

Ma chi è Matteo Andreis? È un giovane di appena 24 anni, ma con idee molto chiare sul suo futuro e su quello della sua azienda. «Purtroppo a scuola, all’Istituto Agrario non sono stato uno studente modello, anzi non sono riuscito a finire il quarto anno di operatore tecnico agricolo, per cui ho dovuto frequentare il corso delle 600 ore organizzato da FEM per poter avere il brevetto professionale agricolo. Per la verità - prosegue Andreis - solo dopo mi sono reso conto dell’importanza della scuola. Devo però dire che il coordinatore del corso, Paolo Dallavalle, ha valutato tutta la parte scolastica che avevo frequentato e quindi mi ha abbonato una buona parte di ore».

Ma da cosa è nata la sua passione per l’agricoltura e la frutticoltura in particolare? «Sono cresciuto a fianco di mia nonna Emma morta di Covid 19, ed è stata lei ad inculcarmi la passione per il settore primario che è diventata la mia professione. Ma siccome la superficie dell’azienda di famiglia a San Giacomo, era molto piccola, ho accettato di andare a lavorare in un’azienda frutticola di Vervò. Dopo un anno, il 2018, trascorso come dipendente, il proprietario mi ha proposto di cedermi l’azienda in affitto. Per un anno ho avuto come dipendente un altro giovane di 29 anni, laureato in economia aziendale, Elia Bettelli. L’intesa fra di noi era ottima per cui gli ho proposto, e lui ha accettato, di diventare mio socio».

Ma vediamo la consistenza dell’azienda e le colture. «L’azienda è gestita in forma societaria con il socio Bettelli, e ha una superficie di 6,5 ettari, tutta coltivata a melo con il metodo biologico, com’era quando la abbiamo presa in affitto. Ora però vogliamo trasformare parte della stessa - quella nella zona di bonifica di Vervò - in vigneto. Si tratta di una zona ben esposta a 850 metri s.l.m. Ma è nostro obiettivo anche quello di trasformare in vigneto una superficie di 5000 metri quadrati di meli in vigneto in Valle di Sole. Le mele vengono conferite alla S.F.T. Purtroppo negli ultimi anni il prezzo delle mele biologiche non è molto remunerativo per questo speriamo vivamente che il prezzo del biologico si riprenda in quanto i costi di produzione sono maggiori e la resa ettaro inferiore».

«Io sono convinto che le nostre mele di montagna ottenute con il metodo biologico debbano essere valorizzate maggiormente» ribadisce Andreis.

L’azienda produce anche succhi di mela, per la preparazione dei quali si appoggia a un laboratorio specializzato in Valle di Non. Ma in prospettiva spera di farsi un proprio laboratorio, anche per valorizzare il succo biologico. «Punto ad un succo di mela biologica spremuta che non sappia di mela cotta. Ma anche ad un succo un po’ acido, un succo per l’estate. Abbiamo già dato il nome al nostro succo: “Succo mela Bio Val di Non”».

«Ma nei nostri progetti futuri - continua Matteo - c’è anche quello di arrivare a una nostra cantina nella quale lavorare e vendere almeno parte del nostro vino, ma anche quello di acquistare i macchinari necessari per il diserbo meccanico visto che l’azienda è tutta percorribile con mezzi agricoli e che fino ad oggi tagliamo tutta l’erba sul filare con il decespugliatore. Ovviamente essendo partiti dal nulla abbiamo avuto bisogno del sostegno delle banche per tutte le spese che abbiamo dovuto affrontare. Purtroppo siamo stati delusi dalla Cassa Rurale locale, mentre abbiamo avuto un sostegno costante della filiale della Banca di Sondrio che ci sta accompagnando molto bene».

Viste le difficoltà si è pentito della scelta fatta a 18 anni? «No, no, pur ammettendo di aver avuto delle difficoltà da parte delle banche «molto positiva è stata però l’esperienza con Cooperfidi che ci ha accompagnati nei nostri progetti, sono sempre più convinto di andare avanti».

Alla domanda se ha qualche sogno nel cassetto, Matteo risponde che a 24 anni i sogni sono molti, ma ce n’è uno che sovrasta tutti: «Quello di riuscire a farmi una bella azienda tutta mia, che mi dia da vivere decentemente e mi metta nelle condizioni di poter pensare a farmi una famiglia. E c’è da scommettere, vista la grinta del giovane, che ce la farà.

Matteo, vive un periodo dell’anno a Vervò per essere vicino all’azienda e un periodo a San Giacomo. A Vervò si è inserito molto bene ed è entrato a far parte dell’attivo gruppo giovani del paese. Poco il tempo per dedicarsi ai suoi hobby, ridotti a qualche bella sciata durante l’inverno. «Certo, la mia è stata una scelta che ha fatto discutere, anche i miei amici in parte sono a favore ed in parte sono molto scettici» conclude il nostro giovane.

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