Vignaioli e Consorzio vini: segnali di pace 

A Verona si sta lavorando per riportare unità del panorama vitivinicolo trentino. Intanto il fatturato sale a 750 milioni


di Carlo Bridi


VERONA. Al Vinitaly segnale di pace tra Associazione vignaioli e Consorzio Vini. Ne è convinto il presidente del Consorzio Bruno Lutterotti, che sta riannodando con pazienza i fili del confronto con l’obiettivo di arrivare a costituire un gruppo di lavoro che approfondisca i temi che hanno portato alla rottura fra i vari protagonisti.

I past president dei Vignaioli Marco Donati e Roberto Zeni sono convinti dell’urgenza e dell’importanza di unire le forze. Secondo Zeni «i vignaioli devono essere inseriti nel tessuto sociale e politico con un dialogo onesto, coerente e attivo. Credo che il Trentino ha urgenza di una comunicazione unitaria altrimenti divisi non si va da nessuna parte».

Donati, «registra con dispiacere questa contrapposizione e auspica che si possa arrivare presto ad un’intesa per ricompattare il Trentino vitivinicolo c’è urgenza perché a nord e sud della nostra terra l’immagine sulla qualità dei vini locali è cresciuta molto di più di quella dei vini trentini».

Vinitaly che chiude domani i battenti, si sta svolgendo in un clima di generale fiducia sul futuro del mercato. All’evento, il mondo vitivinicolo trentino è presente in massa con 75 produttori, è una vetrina molto importante e di livello internazionale, dove la presenza per un’azienda che voglia farsi conoscere è quasi obbligata. Qui è presente il modo con 4139 espositori provenienti da 33 Paesi che espongono 13 mila vini. La maggior parte dei trentini è ospitata nel solito padiglione 3 mentre un gruppo di vignaioli è andato ad accasarsi assieme ad altri colleghi italiani nello stand della FIVI.

Anche l’interesse per le produzioni biologiche sta crescendo fra i soci del Consorzio, anche se non possiamo forzare la mano afferma il presidente del Consorzio, in quanto si tratta innanzi tutto di un fatto culturale. D’altro canto lo sviluppo del mercato dei vini bio nella Gdo, è lì a dimostrare che questo è un segmento di mercato molto importante. «Altro fatto importante - afferma Enrico Zanoni, presidente dell’Istituto Trento Doc - è l’aumento delle vendite del nostro prodotto principe, ossia il Trento doc, che nell’ultimo anno per la prima volta ha superato i 9 milioni di bottiglie vendute con un aumento dell’11% sul 2016, ma dato ancora più interessante, il fatturato ha fatto un balzo del 14% passando da 88 a 100 milioni di euro». «L’export - afferma Matteo Lunelli - è cresciuto del 10%, sia all’estero che in Italia, al punto che quest’anno si pensa che non si avranno nemmeno bottiglie abbastanza per soddisfare la domanda. Per noi si tratta di proseguire in un percorso che ci vede raccontare i 2 territori diversi: quello Trentodoc e quello del Prosecco Bisol».

Un altro dato importante è quello dell’intero fatturato del settore che in Trentino, ha superato i 750 milioni di euro, circa metà dei quali frutto dell’export. Ma vi sono aziende come Mezzacorona e Cavit che esportano oltre l’80% del loro vino. Segue Lavis con il 66% dell’imbottigliato, afferma Massimo Benetello direttore del gruppo: «Stiamo lavorando bene sia in Italia sul canale Horeca, che all’estero. Anche prezzi sono stati ritoccati nell’ordine del 6-8% senza problemi. Fra i nuovi prodotti presentati a Verona, ottima l’accoglienza per l’Aquila Reale Trento doc, mentre molto bene va anche il mercato della linea dei vini biologici», conclude il direttore.

Anche Luca Rigotti presidente del gruppo Mezzacorona esprime grande soddisfazione per il successo del Moscato Rosa Daben presentato in anteprima a Verona, ma tutti i buyer si sono dimostrati molto interessati all’intera gamma dei nostri vini con particolare riferimento alle prime bottiglie con il marchio dell’ape maia SQNPI. Ed il mercato USA? «Il problema dazi non esiste anzi la ns/ società per l’import Usa si è trovata con un significativo sgravio fiscale», afferma secco Rigotti. Molto soddisfatto anche Marco Pisoni il cui vino Santo 2003 è stato selezionato fra i 2600 vini presenti al concorso ottenendo 92/100 nella valutazione per individuare i migliori fra i 13 mila vini presenti al Vinitaly.













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