giovani protagonisti

Valentino Bongiovanni, il ventenne che prosegue i successi di famiglia

Il giovane di Sabbionara è la quarta generazione di viticoltori. Le idee sono molto chiare: «La passione per la viticoltura è mia fin da piccolo; poi voglio dare continuità all’azienda famigliare»


Carlo Bridi


SABBIONARA D’AVIO. Valentino Bongiovanni cammina nel solco tracciato dal padre, prima ancora dal nonno e più lontano nel tempo dal bisnonno,  portando avanti l’azienda vitivinicola che ha fatto la storia di Sabbionara d’Avio e non solo. Il bisnonno Vito era vitivinicoltore, attività seguita dal nonno Valerio, precursore dell’agriturismo in Trentino e dell’enoturismo, ma anche della conservazione della montagna con la Malga Mortigola, diventando primo presidente dell’associazione agriturismo trentino; con le sue molte iniziative innovative aveva dato lustro al settore. L’azienda è passata successivamente nelle mani del figlio Lorenzo ed ora, ultimati gli studi di esperto viticoltore, in quelle di Valentino. Un giovane di appena 20 anni con le idee già molto chiare sul suo futuro ma anche su quello della propria azienda. A 17 anni,  terminati gli studi alla FEM, ha svolto un anno di praticantato presso l’eccellenza della nostra vitienologia, la Cantina del Marchese Carlo Gonzaga. Quindi da due anni e mezzo è entrato in azienda a fianco di papà, e sta cercando dei terreni da prendere in affitto per poter aprire una propria azienda vitivinicola e potersi così aprire la partita IVA e chiedere il premio d’insediamento per il quale sta predisponendo la domanda.

La passione è nel suo Dna

Il perchè della scelta compiuta da giovanissimo da Valentino ha una risposta precisa: «La passione per la viticoltura è mia fin da piccolo; poi volevo anche dare continuità all’azienda famigliare». Il padre, di fatto, ha lasciato al figlio campo libero per quanto riguarda la parte viticola conservando per sé la parte della cantina e della commercializzazione. «Ma alla bisogna siamo intercambiabili», precisa il giovane. L’azienda dispone di una proprietà di 7 ettari di vigneti ma ne lavorano altri 3 in conto terzi. Fra le varietà d’uva presenti c’è anche l’Enantio, il vino frutto della varietà di uva Casetta foglia frastagliata, che è stato riscoperto da poco. «Abbiamo avuto il piacere di vederlo riconoscere fra i 300 vini più importanti d’Italia, e questo grazie alla grande passione di papà Lorenzo. Fra l’altro è un vino che si presta molto bene all’invecchiamento, è ottimo dopo i 5 anni di invecchiamento. Lo produciamo su viti che non hanno il portainnesto, in quanto erano state piantate prima della filossera, che aveva distrutto i vigneti trentini oltre 100 anni orsono; le viti sono riuscite a resistere e oggi hanno 120-130 anni di vita». Le altre varietà sono il Chardonnay per la base spumante, il Pinot Grigio e il Marzemino.

Ogni anno 50mila bottiglie

Tutta la produzione viene venduta direttamente. «Il 90% in bottiglia ed il rimanente viene vednuto sfuso, perché c’è ancora qualche ristorante e qualche malga che lo vuole così, e i ristoranti e le malghe sono i nostri principali clienti», sottolinea Bongiovanni. E il mercato come va? «Molto bene, la maggior parte della produzione viene venduta direttamente e il resto tramite alcuni rappresentanti d’area. Ma non abbiamo nessun problema. Alla riapertura dei mercati, dopo la pandemia, abbiamo avuto una forte richiesta e la domanda è ancora più che soddisfacente. Certo, la richiesta maggiore è per il Trentodoc: ne abbiamo tre tipi, un brut base, un Brut Riserva con 56 mesi sui lieviti, e un nature dosaggio zero con 50 mesi sui lieviti. Tutti sono prodotti con uve Chardonnay in purezza. In totale produciamo e commercializziamo ogni anno 10mila bottiglie di Trentodoc, sul totale delle 50 mila bottiglie che mediamente produciamo annualmente, anche se dipende dalla stagione».

Sogni nel cassetto e passatempi

Quali sono i progetti futuri del giovane Valentino Bongiovanni? «Spingere sempre più sulla qualità dei nostri vini mettendo ogni varietà nella zona vocata, puntando sulla qualità a 360 gradi. Ma a 20 anni ci sono ancora molti sogni nel cassetto, il più importante è quello di arrivare a spostare la produzione in collina, in quanto attualmente è prevalentemente nel fondovalle, e magari anche in montagna, viste le modificazioni climatiche alle quali assistiamo. Penso a una quota di 900 metri, ma anche più in alto, ad esempio la nostra malga Mortigola ha parte della superficie esposta perfettamente». Certo, bisognerà sperimentare se vi sono i terreni giusti, se le viti resistono e in caso positivo provvedere a fare le bonifiche del terreno necessarie. Il giovane di Sabbionara è attento alle questioni ambientali, anche se non ha compiuto la scelta del biologico sulla quale, peraltro, ha riflettuto molto: «Vi sono certi momenti, in primavera, nei quali non bastano il rame e lo zolfo, mentre per salvare la produzione sono necessari prodotti chimici di sintesi. Quest’anno i produttori biologici della nostra zona si sono trovati in gravi difficoltà». Valentino è molto impegnato anche nel sociale sia come membro del corpo di vigili del fuoco di Avio, sia come socio attivo del Club 3P di Sabbionara. Ma è anche un grande sportivo: pratica il parapendio, guida la moto e si cimenta negli sport sulla neve, anche adrenalinici. La fidanzata Carlotta studia all’Università di Trento. 













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