Un «mediatore» per il sistema mela

Al professor Della Casa il compito di riorganizzare il settore extra Valle di Non e ricomporre le fratture interne


di Carlo Bridi


TRENTO. Dopo aver risolto nel migliore dei modi la problematica in fase di avvio di Melinda, grazie ad una gestione equilibrata dal punto di vista dei vertici con un presidente capace di ascoltare oltre che di decidere ed una forte direzione manageriale saldamente nelle mani di Luca Granata, il prof. Roberto Della Casa docente dell’Università di Bologna e direttore di Agroter ora ci prova anche con la situazione della cooperazione frutticola extra Val di Non, che negli ultimi anni ha subito delle divisioni laceranti. La Op La Trentina e la Sft (società frutticoltori Trento), gli hanno affidato l’incarico di studiare un progetto finalizzato alla riorganizzazione del sistema melicolo extra Val di Non in cui operano i loro associati per rispondere a due macro obiettivi: la massimizzazione del reddito dell’attività dei frutticoltori rispetto al mercato di riferimento e l’impegno per renderlo sostenibile nel medio termine.

Dal punto di vista dei rapporti è già un bel risultato il fatto che i vertici de La Trentina e quelli della Sft abbiano deciso di affidare ad un arbitro terzo la soluzione delle loro diatribe, visto il fallimento dei tentativi di accordo andati a vuoto nei contatti fra di loro con la mediazione della Federazione della Cooperazione. Se il progetto che il professore di economia bolognese andrà a stendere sarà recepito dai vertici delle due realtà si potrà iniziare a sanare una ferita che tanto male aveva fatto all’organizzazione commerciale del settore melicolo extra Val di Non con l’uscita da La Trentina per inconciliabilità di strategie della più grossa cooperativa frutticola della Valle dell’Adige, qual è la Sft, che diede poi vita alla costituzione di una nuova Op. Il tutto condito da strascichi e polemiche mai sopite in questi mesi.

Ma qual è il parere di Della Casa? «In una struttura di mercato della mela fortemente organizzato come quello attuale, si rende indispensabile la creazione di un grande polo produttivo e commerciale che possa affrontare in maniera adeguata le sfide dei mercati attraverso la programmazione e il governo della produzione, la razionalizzazione delle attività di condizionamento - pensiamo alla super moderna struttura di condizionamento e confezionamento realizzata da poco dalla Sft- per rafforzare il potere negoziale nei confronti di competitors e clienti e lo sviluppo di nicchie sempre in crescita di prodotto biologico», afferma il professore.

Si tratta senz’altro di un progetto ambizioso, che rende necessario anche il coinvolgimento dei frutticoltori extra Val di Non interessati al progetto e che potrebbe portare a ricompattare una produzione di circa un milione e mezzo di quintali di mele oltre a ciliegie, kiwi ed altre produzioni minori. Nel comunicato stampa emesso da La Trentina, ma concordato anche con i vertici di Sft si pone un termine molto ottimistico per l’approvazione del piano operativo che dovrebbe partire dal raccolto delle mele del 2015, quindi già ad agosto.

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