il fallimento

Tassullo, dopo il crack è corsa contro il tempo

Appello dei sindacati agli imprenditori locali interessati a comprare gli asset perché si facciano vivi prima del 6 dicembre per salvare 27 posti di lavoro



TRENTO. Tassullo spa al capolinea, ma si spera ancora per i posti di lavoro. Il Tribunale di Trento ha dichiarato il fallimento della holding del gruppo, la Tassullo Spa, sommersa da un mare di 31 milioni di debiti. Del resto non c’erano molte vie d’uscita dopo il fallimento della Tassullo materiali spa, la principale società operativa del gruppo. Del resto, i conti presentati dai liquidatori parlavano chiaro. La Tassullo ha 31 milioni di debiti e solo 3 milioni di attivi. C’erano rimasti solo gli immobili, del resto gravati da un’ipoteca. Con il fallimento, i 600 azionisti perdono tutto, ovvero 6,4 milioni di euro. Ma adesso si sta giocando un’altra partita, ovvero quella del lavoro. Nei giorni scorsi i sindacati hanno incontrato l’assessore provinciale Alessandro Olivi per sollecitare il ruolo della Provincia. Piazza Dante si sta dando parecchio da fare tramite Trentino Sviluppo per cercare di mettere insieme una cordata che possa comprare gli asset della Tassullo materiali, in primis le grotte ipogee e poi gli stabilimenti. Come si ricorderà, il curatore Alberto Bombardelli aveva deciso di vendere questi asset in tre lotti. Ma le due aste sono andate deserte. Adesso si riparte da capo con trattative dirette per vendere tutto insieme. Sembra che si sia formando una cordata di imprenditori locali della val di Non interessata. Ed è una corsa contro il tempo. Infatti, per 27 degli 80 dipendenti rimasti, c’è già la lettera di licenziamento. Si tratta soprattutto di impiegati amministrativi che sono in cassa integrazione a zero ore. La cassa scade il 6 dicembre. E come regalo di Natale questi lavoratori hanno ricevuto già da tempo la lettera di messa in mobilità ovvero di licenziamento a partire dal 6 dicembre. Zabbeni però spiega che ancora qualcosa si può fare: «La legge prevede che se c’è una proposta seria che possa assicurare la continuità aziendale si può ripartire con la cassa integrazione. In questo caso, quindi, i lavoratori avrebbero un altro anno di respiro. Per questo noi lanciamo un appello a tutti gli interessati affinché si facciano vivi e presentino la proposta entro il 6 dicembre». Gli altri lavoratori, gli operai, lavorano perché il ciclo produttivo è ancora aperto e continua, ma per i 27 impiegati il rischio di diventare disoccupati entro Natale è concreto.

(u.c.)













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