La riflessione

Oggi la giornata di prevenzione dello spreco alimentare


Carlo Bridi


Si celebra oggi in Italia la 9a giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare. L’evento ufficiale si è svolto ieri mattina a Roma nello spazio Europa sede di Rappresentanza della Commissione Europea. In quella sede è stato presentato il nuovo report Waste Watcher International 2022, alla presenza fra gli altri di Antonio Parenti capo rappresentanza italiana della Commissione Ue; Marina Sereni vice ministro degli Esteri; Maurizio Martina vice direttore generale della FAO e molti altri esponenti del Governo a conferma dell’interesse che il tema degli sprechi alimentari sta provocando.

Il titolo dato a questa giornata voluta dal prof. Andrea Segrè, che l’ha ideata nel 2014 e che oggi è coordinatore del Piano Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare, è molto significativo e ci evidenzia l’intreccio esistente fra cibo e salute: One health, one earth. Stop food waste. (La salute è una sola come la Terra per questo bisogna dire stop agli sprechi alimentari).

Il nuovo report è stato curato da Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability coordinato dal prof. Segrè dell’Università di Bologna con il patrocinio del Ministero della Transizione Ecologica e da RAI per il sociale.

I dati più importanti

Il dato senz’altro più significativo che emerge dal rapporto è quello che nel 2021 abbiamo gettato nella pattumiera 7 miliardi, mentre le perdite in campo costano ogni anno 1 miliardo, lo spreco alimentare nella distribuzione poco più di 1 miliardo e quello dell’industria poco meno di 1 miliardo. Quindi, un totale di 10 miliardi e mezzo.

Ma la cosa che più preoccupa, è il fatto che dopo un biennio nel quale gli sprechi alimentari erano calati nell’indagine, nel 2021 hanno ripreso a salire. Lo spreco settimanale a persona/settimana è infatti passato da 529,3gr a 595,3. In un anno gli sprechi in Italia sfiorano i 31 kg/ persona contro i 27 kg a testa all’anno. Colpisce il fatto della grande attenzione degli italiani all’uso dei cibi buttati nella spazzatura al punto che ben l’85%, quindi una percentuale quasi plebiscitaria chiede di rendere obbligatorie per legge le donazioni di cibo ritirato dalla vendita da parte dei supermercati e aziende da associazioni come Trentino Solidale, il Banco Alimentare ma anche la Caritas che da anni si occupano poi di distribuirlo alle persone bisognose che ahimè sono sempre di più causa anche di Covid 19.

La ricerca di quest’anno mirava a conoscere come nei principali 8 Paesi del mondo ci si comporta sul fronte degli sprechi e quale ruolo hanno le nuove tecnologie. Interessante notare che i più tecnologici sono i cinesi, ma quelli più attenti a controllare il cibo in scadenza sono gli italiani, gli spagnoli, gli inglesi, i tedeschi e i canadesi (oltre 4 cittadini su 5).  

Fra le strategie anti-spreco nelle case prevale ancora il buon senso: se la classica lista della spesa viaggia oltre il 70% quasi ovunque- dall’Europa al Canada agli USA, peggio fanno i cinesi che la utilizzano solo uno su due e la Russia il 54%. E al ristorante come ci comportiamo? Gli italiani e in genere gli europei sembrano piuttosto timidi e impacciati, la “doggy”, o meglio family bag la chiedono in media solo 4 avventori su 10 fra coloro che non riescono a consumare il pasto. Mentre negli Stati Uniti ben il 74% di coloro che non riescono a consumare il pasto chiedono la family bag, segue il Canada dove la chiede il 68% e la Cina il 61%.

Maurizio Martina vice direttore della FAO ha ricordato che nel mondo si sprecano ogni anno 74 kg di cibo a testa, pari 23 milioni di camion dal 40 ton, e per produrre questo cibo buttato sono stati necessari 1,4 miliardi di ettari di terreni agricoli per non parlare dell’acqua e dell’energia che è stata necessaria. Questo mentre sullo sfondo rimane lo scandalo delle oltre 800 milioni di persone che vivono in emergenza alimentare.

Ma l’indagine sottolinea anche l’esigenza di una maggiore prevenzione dello spreco alimentare che ha nella famiglia e nella scuola degli importanti momenti di sensibilizzazione sul collegamento forte esistente fra spreco del cibo, la salute e l’ambiente. In Italia ben il 90% dei 1200 intervistati hanno chiesto che l’educazione alimentare sia trattata nei banchi di scuola.

L’importanza dell’educazione alimentare

Con questo obiettivo è stato proposto dall’Associazione Scuola Senza Frontiere all’Iti Buonarroti che ha accolto di buon grado la proposta, di organizzare oggi un importante incontro in collaborazione con la Provincia con il coinvolgimento di oltre 140 studenti e insegnanti. Sarà presente anche l’ass.re vice presidente della Provincia Mario Tonina, la sovraintendente Viviana Sbardella oltre ad altri funzionari di settore della provincia.

Un diverso rapporto fra cibo- ambiente- salute è da anni l’impegno di Assfron nei molti incontri nelle scuole, 132 le classi già incontrate quest’anno da parte dei volontari dell’associazione. Solo se le nuove generazioni si renderanno conto che non abbiamo un pianeta di riserva e che noi lo abbiamo in prestito dalle future generazioni, alle quali lo dobbiamo riconsegnare vivibile, come ha ricordato papa Francesco lo scorso primo gennaio nel messaggio per la giornata per la Pace. Altrimenti i segnali sempre più preoccupanti che ci manda il nostro pianeta molto malato saranno sempre più forti e drammatici. Nessuno può chiamarsi fuori, tutti devono fare la propria parte.













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