STORIE DI AGRICOLTORI

Non solo mele della Val di Non, il ventenne Gianluca Lucchi punta anche sui mirtilli

Un giovane imprenditore agricolo attento alla diversificazione delle colture oltre che alla tutela dell'ambiente


di Carlo Bridi


MOLLARO. Sembra strano, ma anche nella media Val di Non non abbiamo solo meleti specializzati, ma c’è qualche giovane coraggioso che vuole diversificare mettendo a dimora, a fianco dei frutteti, la coltura più esigente ma anche più interessante fra i piccoli frutti ossia il mirtillo. Il giovane imprenditore agricolo appena ventenne Gianluca Lucchi, del quale raccontiamo la storia, dopo le scuole professionali alla FEM integrate con il corso di 300 ore per giovani imprenditori sempre organizzato da FEM, non ha avuto dubbi e si è buttato in questa avventura con il supporto del bravo tecnico della FEM per il settore piccoli frutti, Sandro Conci.

“Dal corso, afferma Lucchi, ho imparato veramente tanto, gli insegnanti erano molto preparati anche sul lato pratico oltre che su quello teorico". Con i soldi ricevuti dal premio d’insediamento Gianluca ha messo a dimora 5000 metri quadrati di mirtilli fuori suolo. E’ questa la condizione per poter coltivare questo piccolo frutto anche qui in quanto esige terreni molto acidi, cosa non riscontrabile in Valle di Non. Quindi la coltivazione può avvenire o in vaso o scavando una trincea, che va poi riempita con prodotti acidi come ad esempio le cortecce di piante resinose. “Essendo il primo anno dall’impianto, precisa Gianluca, ho tolto tutti i fiori e quindi non ho problemi di gelate almeno per quest’anno”.

“Diverso è il discorso per i meleti, nelle zone dove ristagna l’aria siamo come minimo ad un 60% di danno, ma per le varietà rosse il danno sfiora il 100%. Per fortuna c’è la copertura assicurativa che ci garantisce almeno in parte il reddito perso per la gelata. Le cose sono andate diversamente per la Golden Delicious che ha resistito molto meglio al freddo. Importante precisare che il 70% dell’azienda si trova in pendenza quindi tutte le varietà sono state meno colpite”.

E la difesa antibrina che copre la piana di Mollaro come ha funzionato? “Ha funzionato solo in parte: nelle bordure delle zone dove è arrivata la pioggia lenta si riscontrano significativi danni perché il freddo è stato molto intenso. Basti pensare che nella giornata più fredda seguita ad una notte molto fredda, il ghiaccio non è riuscito nemmeno a sciogliersi, così i mazzetti dei boccioli dei fiori sono stati avvolti dal gelo per 36 ore! Con la conseguenza che l’intera produzione in queste aree è andata persa”.

“La parte dell’azienda che fa capo a me, di 2 ettari, per la quale ho la mia partita IVA - prosegue Gianluca – è tutta biologica certificata, mentre la parte che fa capo a mio papà è coltivata con il metodo della produzione integrata: si tratta di 6 ettari. Ma in futuro è nostra volontà di ampliare la parte dell’azienda trasformata in biologica”.

Perché questa scelta? "Fin da bambino ero sempre nei campi quando non andavo a scuola, anche perché sia mia mamma che mio papà di professione hanno sempre fatto i frutticoltori ed ambedue provengono da famiglie contadine”.

E i progetti per il futuro? “Forte è il mio impegno nella diversificazione dell’azienda- afferma Gianluca- puntando oltre che sulle mele sui piccoli frutti, ma anche sul vigneto, visto l’input che ci ha dato recentemente Melinda e viste le modificazioni climatiche che portano le zone a vocazione viticola anche in talune zone di collina come la Valle di Non”.

A vent’anni hai anche qualche sogno nel cassetto? “Certamente quello di arrivare ad avere un qualcosa di mio sul quale posso decidere cosa fare, anche sbagliando”, esclama Gianluca.

Chiediamo a questo punto se dopo poco più di 2 anni dall’inserimento a tempo pieno in azienda è pentito della scelta: “Assolutamente no – è la risposta perentoria – , anzi la rifarei mille volte perché penso che l’attività di imprenditore agricolo è la più bella che c’è! Certo - prosegue - il nostro settore ha una grande responsabilità anche sul piano sociale oltre che su quello ambientale. Per questo una delle prime spese che ho fatto oltre all’impianto, è stata quella di dotarmi di un atomizzatore con augelli anti deriva… Questa scelta fa parte di una più generale grande attenzione all’ambiente, ad esempio anche abbandonando il diserbo chimico per andare verso il diserbo meccanico. Ma in azienda abbiamo comperato anche altra attrezzatura, con una attenzione particolare: quella di acquistare sempre attrezzature costruite in Italia, possibilmente in loco”.

“Per la commercializzazione siamo soci di Melinda, la Op molto conosciuta ormai in tutto il mondo che sa valorizzare molto bene i nostri prodotti”.

Ma Gianluca è molto attivo anche sul piano sociale, è presidente del gruppo giovani del suo paese, e non disdegna lo sport: l’inverno va sciare mentre nel calcio è il goleador del Predaia.













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