Il lutto

Morto per Covid Bruno Marigo, il papà degli apicoltori trentini

Avrebbe compiuto 87 anni fra poco più di un mese. Il figlio Amelio: «Un grande maestro, oltre che un bravissimo padre»



TRENTO. Il Covid 19 si è portato via anche il primo vero grande apicoltore professionista del Trentino, Bruno Marigo, che avrebbe compiuto 87 anni fra poco più di un mese.

Marigo è stato un maestro che ha insegnato i segreti dell’apicoltore a tanti giovani. Il figlio Amelio, che ha preso in mano l’azienda da alcuni anni, lo ricorda con commozione ed affetto: «Anche per me è stato oltre che un bravissimo padre anche un grande maestro. Non lo ho mai visto arrabbiato con nessuno, aveva una grande capacità di ascolto ed una buona parola per tutti era un uomo buono ed onesto che ci ha insegnato l’onestà e la laboriosità».

Negli anni ’80 fu fra i fondatori dell’associazione nazionale apicoltori professionisti, e si è sempre dato da fare per l’unificazione delle associazioni apicoltori del Trentino.

Ma Bruno Marigo era anche molto generoso: impegnato per molti anni nel gruppo alpini locale, aveva partecipato come volontario in diverse missioni di solidarietà dopo i terremoti.

La sua solidarietà e la sua voglia di insegnare, aveva anche una dimensione internazionale. Una trentina d’anni orsono, assieme al figlio Amelio, aveva accolto di buon grado l’invito di Acav, di recarsi nel West Nile Ugandese ad insegnare l’apicoltura moderna agli apicoltori del posto che raccoglievano ancora il miele che le api depositavano nei tronchi degli alberi. «Svolgemmo un corso di due settimane», ricorda Amelio, «con diverse avventure come il dover fare i conti con una razza di api molto più veloce ed aggressiva delle nostre».

Bruno lascia la moglie Luigina, i figli Amelio e Fabia ed i nipoti.

L’attività dell’apicoltura era stata portata in famiglia dal nonno Pietro sul finire dell’800, ed era proseguita a Zanè dal figlio Francesco.

Nel 1969 la famiglia si era trasferita a Lavarone, dove con molte difficoltà era riuscita a costruire casa, e anche un negozio in un posto molto strategico.

Nei primi anni ’90 fu il primo apicoltore a mettere le api in frigorifero a svernare con ottimi risultati, nell’anno 2000 l’apertura del primo grande museo sulla storia dell’apicoltura del nord Italia, ed uno dei più attrezzati in Italia con pezzi che risalgono al Medio Evo ma anche a prima. Il Museo, nel corso degli anni, è diventato meta di moltissime scolaresche oltre che di molti appassionati e turisti.

Dal 1985 al 1995 ogni anno a fine inverno Marigo portava le api in Calabria per le prime fioriture, con viaggi estenuanti con il suo camion senza mai fermarsi. Poi, negli anni successivi, i viaggi meno lunghi prima in Toscana, poi nel Vicentino e anche in Valsugana dove vengono seguite con attenzione le varie fioriture.

Marigo ha vissuto gli anni d’oro dell’apicoltura, gli anni ’90, quando la produzione era più che tripla di quella attuale, ma ha saputo anche rispondere all’esigenza dei consumatori vendendo i propri prodotti dell’alveare in un elegante negozio fatto sulla strada a fianco del museo a Lavarone.

Un’altra iniziativa da segnalare, frutto della sua passione e di quella della moglie Luigina che le è sempre stata a fianco, è la varietà dei prodotti fatti con la cera, il polline, il propoli, e il miele che arricchiscono l’offerta.

I funerali si svolgeranno domani, 28 gennaio, ad ore 14.30 alla chiesa della frazione Chiesa di Lavarone. C.B.













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