Mezzacorona, protesta per il contratto

Presidio dei lavoratori del Gruppo in via Segantini e sciopero di 4 ore. Il 1° aprile confronto con i vertici della Cooperazione


di Claudio Libera


TRENTO. Assemblea sindacale ieri mattina, incontro con i responsabili dell’ufficio sindacale a mezzogiorno e proclamazione di uno sciopero di 4 ore pomeridiane per i lavoratori del Gruppo Mezzacorona e quelli del reparto ortofrutta, circa 150 in totale. Motivo della vertenza sindacale, il mancato rinnovo dal 2008 del contratto aziendale con una situazione nello stabilimento «che pare penalizzare soprattutto gli iscritti ai sindacati», denunciano i rappresentanti dei lavoratori, in un clima che i dipendenti si augurano torni al più presto «vivibile». L’assemblea, cui ha portato la sua solidarietà il segretario generale della Cgil Franco Ianeselli, proprio per auspicare un confronto corretto tra le parti, ha visto in prima fila Manuela Faggioni, segretaria generale Flai Cgil, con i rappresentanti delle Rsa Cgil Luca Carlevari, Paolo Osti e Lorenzo Gramola e della Cisl Ruggero Furlan. La richiesta è di

Dal 2008, ha spiegato Faggioni, «proviamo a costruire un contratto aziendale in assenza del quale è stato deciso di diversificare la richiesta e di adottare i due contratti che attualmente la Federazione delle Cooperative ha applicato in altrettanti settori, da un lato ortofrutta, dall’altro le cantine sociali. L’azienda non li ha mai voluti applicare ma ha adottato un contratto nazionale alternativo che è meno remunerativo di quello in essere nelle altre cantine del Trentino, con una perdita che i lavoratori quantificano in circa 150 euro mensili, e peggiorativo anche a livello normativo». «In Trentino - prosegue Faggioni - abbiamo due contratti costruiti con la Federazione specificatamente per il nostro territorio. E non si capisce per quale motivo non venga applicato dalle Cantine Mezzacorona. E soprattutto non si comprende perché il presidente delle Cantine e vicepresidente della Cooperazione, Luca Rigotti, non applichi nella propria azienda un contratto che la Federazione stessa ha sottoscritto». Concludendo, «Non cerchiamo lo scontro ma un corretto confronto e per i lavoratori la garanzia che non necessiti trovare coraggio per iscriversi al sindacato. Un fatto inimmaginabile nel 2016».

A mezzogiorno la delegazione dei lavoratori è stata ricevuta nella sala del consiglio da Michele Odorizzi e Paolo Pettinella dell’Ufficio sindacale della Federazione: al termine dell’esposizione delle ragioni e delle richieste dei lavoratori, l’esito positivo con la messa in calendario per il 1° aprile di un incontro fra la Federazione e l’azienda. «La manifestazione ha portato i suoi frutti – ha detto al termine Faggioni - e tutti si augurano che questo sia un viatico per la riapertura della trattativa che consenta l’avvio di un dialogo per il secondo livello e l’applicazione del contratto provinciale». Comunque con la conferma dello sciopero di 4 ore nel pomeriggio di ieri. Le richieste riguardano circa 150 lavoratori - sui 400 totali, compresi “i siciliani” - suddivisi in 100 nella cantina e una cinquantina nel reparto ortofrutta. Ma la precarietà e la mancanza di sicurezza sul futuro lavorativo degli stagionali fanno sì che all’interno della più grande cantina cooperativa della provincia, con 175 milioni di fatturato annuo e che ha superato per volume d’affari la stessa Cavit, il clima sia divenuto per certi aspetti “pericoloso” per gli iscritti al sindacato che, a sentire alcune voci, si sentirebbero discriminati nei confronti dei colleghi. Ieri la presa di coscienza di una precisa volontà di avviare un dialogo che sia costruttivo e che ponga fine, con la firma del contratto di secondo livello, ad una vertenza che si trascina ormai da oltre 8 anni.

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