«Ma le singole banche saranno autonome» 

I vertici della Rurale di Trento hanno scritto ai soci per convincerli a votare a favore del nuovo statuto



TRENTO. Un modello ibrido che suscita molte preoccupazioni, soprattutto in chi è affezionato al modello trentino di credito cooperativo. Un modello attento al territorio e alle esigenze delle piccola e media impresa. Il timore è che con la nascita del gruppo nazionale si perda questa attenzione. Ai timori, però, il consiglio d’amministrazione della Rurale di Trento, guidato da Giorgio Fracalossi, ha risposto con una lunga lettera aperta ai soci che spiega come il nuovo gruppo sia più solido delle singole rurali e possa fronteggiare meglio le eventuali difficoltà. I beni informati fanno notare come la Bce, che avrà poteri di vigilanza sul gruppo, abbia già indicato due parametri in linea con quelli delineati per le normali banche commerciali. Il primo è il cost incom, ovvero la percentuale di costi sul margine della banca. Attualmente, le rurali hanno un cost incom dell’80% circa, mentre le banche commerciali lo hanno del 55%, e per la Bce anche il nuovo gruppo dovrà avere più o meno questa quota. Questo vuol dire meno spese per sedi, filiali e personale. Altro parametro riguarda la quota degli Npl, ovvero le sofferenze e i crediti deteriorati, che non dovranno superare il 10% del totale dei crediti. Da notare che nel 2017 le sofferenze delle rurali erano il 16% e l’anno prima il 20,5%, in virtù della particolare attenzione alle esigenze delle piccole imprese locali.

Ma i vantaggi secondo i vertici della Rurale di Trento sono largamente maggiori e senza che i valori della mutualità perdano vigore: « La nostra Cassa Rurale ha deciso di accettare la sfida e continuare ad essere al servizio de lnostro territorio. Abbiamo basato il nostro inimitabile modello di impresa sui valori fondanti della mutualità, della centralità delle persone e delle nostre comunità. L’appartenenza al gruppo consentirà di dare forza adeguata alla necessaria riorganizzazione e modernizzazione per superare le inefficienze di un elevato frazionamento del sistema. Il Gruppo Bancario Cooperativo sarà coerente e competitivo proprio perché sarà in grado di valorizzare la centralità delle Bcc, che ne sono il vero motore e la ragione di esistere. Il contratto di Coesione, inoltre, prevede espressamente che ciascuna Bcc collabori alla redazione del piano strategico di Gruppo. Continueremo a nominare i nostri amministratori. Il potere di nomina rimane in capo ai Soci mentre la Capogruppo fisserà requisiti e criteri».















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