Lucio e la riscoperta della terra antica

A Capriana Piazzi ha aperto un’azienda da solo. Niente meccanizzazione: i maiali ungheresi usati al posto dell’aratro


di Carlo Bridi


CAPRIANA. Anche in una zona dove svolgere l’attività agricoltura è molto difficile, come Capriana, c’è chi sta scommettendo con un po’ di fantasia, molta passione e tanta determinazione nell’impegno di costruire dal nulla un’azienda agricola. Lo fa con l’aiuto della sua famiglia che ne ha accettato la scelta, pur essendo il padre un libero professionista (svolge l’attività di architetto). Parliamo di Lucio Piazzi, un giovane che dopo aver conseguito il diploma al liceo pedagogico ed aver frequentato per alcuni anni l’Università, ha deciso un percorso di vita diverso, proseguendo per ora nell’attività di bagnino part-time, attività che gli permette di integrare il modesto reddito che per ora le assicura l’azienda agricola. Avendo una formazione non agricola ha frequentato anche il corso imprenditori di San Michele, per giovani imprenditori, di 600 ore, un corso che Piazzi definisce molto utile per farsi un’adeguata formazione imprenditoriale agricola. Avrebbe potuto avere anche il premio d’insediamento, ma caso molto raro, lo ha rifiutato perché il piano di sviluppo connesso comportava un investimento di 200 mila euro che la sua azienda non era in grado di sostenere. Per questo la scelta di proseguire passo dopo passo con le sue forze puntando però a due pilastri fondamentali: «sviluppare un’agricoltura a forte sostenibilità ambientale, favorita anche dal fatto che il maso è isolato in mezzo ai boschi, e puntare alla massima valorizzazione dei prodotti ottenuti dall’azienda», afferma Lucio. «Molti prodotti - prosegue -li vendo direttamente in azienda, e per gli altri sto frequentando il mercato contadino di Cavalese, un mercato molto interessante dove posso presentare i miei prodotti e la filosofia di produzione che c’è dietro».

Ma come mai la scelta di fare l’imprenditore agricolo a Capriana in condizioni limite? «Ho cominciato molti anni fa con un piccolo terreno poi la passione è cresciuta e quindi anche l’interesse per ampliare l’azienda, e le molte colture possibili anche a questa altitudine. Il mio obiettivo è quello di avere moti prodotti pronti in estate quando c’è la possibilità di vendita nel mercato contadino, ma con una particolare attenzione ai prodotti autoctoni e tradizionali del Trentino. In questa ottica va vista anche la realizzazione di un frutteto con varietà antiche di mele - sono orgoglioso di essere arrivato a ben 60 varietà diverse -, tutte piante ora in produzione perché sono al quarto anno di vita. Ovviamente sono tutte piante resistenti alla ticchiolatura, ma Piazzi ha voluto introdurre anche le viti pur essendo a 750 metri. Le ha piantate in un terreno che già in passato, prima che venisse abbandonato, era coltivato a viti. Ha piantato la Solaris ed il Kabernet Cantor provenienti dall’Università di Friburgo.

«Certo, all’inizio i paesani mi consideravano matto ma poi si sono ricreduti ed ora sono contenti che ci sia qualcuno che recupera i terreni ed i muretti abbandonati per chilometri dopo la fuga dalla terra degli anni ’60».

Ma nella sua logica della produzione nel rispetto dell’ambiente, ha rinunciato alla meccanizzazione. Alla nostra domanda di come fa a preparare il terreno per gli ortaggi, dà una risposta originale: il sistema usato è quello di recintare a rotazione il terreno, lasciando poi liberi nel recinto una decina di maiali di una razza ungherese che resistono fino a 20 gradi sotto zero, che danno una carne speciale molto ricca di grassi insaturi e che smuovono tutto il terreno.

Piazzi ha molti progetti anche per il futuro: un b&b o meglio ancora una fattoria didattica che gli permetterebbe di spiegare bene la sua filosofia di un’agricoltura sostenibile a km zero.

Come vede la cooperazione agricola? «Secondo me è diventato solo un business: si sono allontanati dallo spirito originario di Don Guetti». Lucio trova anche il tempo per un impegno nel sociale, come allenatore di nuoto della Dolomitica Predazzo.

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