Letta: «Per l’Europa doppio salto mortale carpiato»  

Il futuro dell’Ue. L’ex premier, ora alla Scuola di Affari internazionali di Parigi, ieri ha dialogato  con l’europarlamentare dei Verdi Geese: «L’idea è puntare su Next Generation e Green New Deal»


Maddalena D. Deflorian


trento. Alexandra Geese, europarlamentare dei Verdi tedeschi ed Enrico Letta, già presidente del Consiglio dei Ministri, che oggi dirige la Scuola di Affari internazionali dell’Istituto di Studi Politici di Parigi, hanno dichiarato ieri sera, dialogando con Tonia Mastrobuoni, il loro ottimismo verso il cambio di passo della Commissione europea rispetto alle questioni ambientali. Nel loro dialogo, Letta e Geese hanno intrecciato le grandi questioni ambientali ed energetiche (con un no secco al gasdotto Nord Stream 2 per Geese, quasi no per Letta, che prevede sia possibile evitarlo se in Europa ci si fa forza e si coopera per trovare soluzioni alternative) con il tema delle migrazioni e dell’Europa aperta e solidale, dove la cooperazione si integri con la riforma della governance europea. La maggiore integrazione europea delle politiche energetiche e ambientali è stata segnalata da entrambi come essenziale passo avanti da fare.

Enrico Letta ha detto con fermezza e convinzione: «Credo sia stato molto importante il discorso sullo stato dell’Unione della presidente Ursula von del Leyen, in cui ha rilanciato e preso impegni più stringenti sull’ambiente. La cosa positiva secondo me è legata al rischio enorme che abbiamo corso col Covid. L’Europa ha vissuto un tale trauma con debiti pubblici in crescita e crollo della crescita dal 10 al 15 per cento annuo per paese, insomma una roba mai vista nemmeno nel 2008, che si rischiava che il Green New Deal si mettesse da parte e si decidesse che la sopravvivenza economica fosse messa davanti a qualunque costo. Invece mi sembra che sia andata avanti un’altra decisione, tutt’altro che banale, cioè la scommessa del doppio salto mortale carpiato. L’idea della Commissione è: proviamo a sposare i due piani, Next Generation e il Green New Deal e che questo diventi occasione per fare un salto nel futuro attraverso la sostenibilità. È un passaggio rischioso ma politicamente acquisito. Bisogna che diventi concretezza e azione».

Concorda la verde Alexandra Geese: «Noi Verdi siamo stati piacevolmente sorpresi dall’annuncio della commissione europea che saranno rivisti i target di emissione della C02. La Commissione ha dichiarato un obiettivo ambizioso (dichiarato anche raggiungibile) di riduzione delle emissioni pari al 55% entro il 2030. Sappiamo che la scienza sta dicendo che per restare sotto 1,5 gradi di aumento medio della temperatura entro fine secolo dovremmo ridurre del 65%». Secondo l’europarlamentare tedesca è realistico che si approvino anche Carbon Tax, Plastic Tax eccetera, «perché l’alternativa sarebbe un futuro negativo, con riduzioni drastiche di tutte le politiche europee per i costi ambientali e non solo».

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