L’inflazione scende: -0,2% da marzo prezzi in calo

Primo segno meno dopo molti mesi, siamo tornati ai livelli di dicembre 2012 Il tasso medio rimane però più alto rispetto al resto d’Italia: 2,8% contro il 2,5%


di Giuliano Lott


TRENTO. L'inflazione rallenta, ma a Trento rimane superiore alla media nazionale: i dati di aprile del servizio statistica indicano infatti un tasso del 2,8% contro il 2,5% della media italiana, però per la prima volta dopo molti mesi la variazione rispetto al mese precedente porta davanti un segno meno: -0,2 paragonata a marzo 2013 (mentre la media italiana è a 0%).

A questi risultati ha contribuito in maniera rilevante la forte contrazione dei consumi, una reazione istintiva, più che comprensibile e generalizzata alla crisi economica, ma è indubbio che il primo segno meno dopo una sequenza di indici pesanti sia da salutare come un fatto positivo.

Scendendo nei dettagli, in aprile l'indice del prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati calcolato al netto dei consumi di tabacco e relativo alla città di Trento è risultato pari a 106,9 (come la media italiana, posto a 100 il valore registrato nel 2010), con una variazione di -0,2% rispetto a marzo e dell'1% su aprile 2012.

Rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, a Trento sono aumentati di più i prezzi dell'abitazione (comprensivi di spese di gestione: acqua, luce, combustibili per il riscaldamento), con un tasso del 6,2 e una percentuale dell'1,7%, dei trasporti (tasso medio 4,8, ma in percentuale -0,6%), delle bevande alcoliche e dei tabacchi (tasso di 4,4, variazione 1,1%), dei servizi sanitari (tasso 3,2, variazione del 3,7%), degli alimentari e delle bevande analcoliche (tasso di 3,9, percentuale 2,5%), dell'istruzione (tasso 2,4, variazione del 2,2%) e di alberghi e pubblici esercizi (tasso 2,7, variazione 2,7%).

Aumenti meno sensibili nei prezzi di abbigliamento e calzature (tasso 1,3, ma in percentuale c'è un calo: -0,7%) e nella mobilia per la casa (tasso 1,7, variazione 0,5%).

Addirittura in calo il prezzo di comunicazioni (tasso -2,3, variazione 2,4%) e cultura (tasso -0,2, variazione 0,1%, ma nel complesso è il solo capitolo, insieme alle comunicazioni, che ha fatto registrare un indietreggiamento dei prezzi rispetto al 2010).

Rispetto a marzo, quasi tutti i capitoli portano comunque un segno meno. Fanno eccezione i servizi sanitari (0,2%), le comunicazioni (2,2%), alberghi e pubblici esercizi (0,2%), mentre il capitolo istruzione risulta invariato.

A livello nazionale, invece, l'indice dei prezzi al consumo non ha subito alcuna variazione da marzo, assestandosi sul 106,9, ma con un 1,1% in più rispetto all'aprile dello scorso anno.

Sempre a livello nazionale, la percentuale di rivalutazione complessiva del trattamento di fine rapporto, con base dicembre 2012, per le risoluzioni dei rapporti di lavoro avvenute tra il 15 aprile e il 14 maggio è dello 0,781690. La variazione dell'indice ai fini delle locazioni immobiliari urbane è dell'1,1.

Osservando il grafico dell’andamento da aprile 2012, si nota come la parabola del tasso medio d'inflazione, partito con valori sostanzialmente identici tra Trento e il resto d'Italia, dopo i picchi di agosto e settembre 2012 è andata in costante calo, seppur lieve, ma la forbice tra la città e il resto della nazione rimane. Per ogni singola voce, il tasso medio appare inferiore per l'Italia, nei confronti di Trento.

Le differenze della città rispetto al territorio nazionale sono comunque di piccola entità, valutabili nell’ordine di pochi decimali.

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