L’erede del Groppello punta anche sul bianco

Lorenzo Zadra ha lasciato la gestione del negozio di alimentari per l’azienda agricola. Oltre al celebre vino rosso del padre adesso riscopre l’uva Aromera


di Carlo Bridi


Ancora una volta ci troviamo di fronte ad un giovane figlio d’arte, in questo caso si tratta del figlio del famoso Zeremia, Zadra di Revò, il personaggio che si è battuto tutta la vita per il rilancio del vino Groppello. Il figlio Lorenzo dopo la morte del papà avvenuta esattamente due anni fa, ha deciso di abbandonare la gestione del negozio di alimentari di famiglia per dedicarsi a tempo pieno all’azienda agricola famigliare dove il Groppello la fa da padrone, pur coltivando anche due ettari di frutteto.

Chiediamo a Lorenzo perché la scelta di abbandonare l’attività commerciale per dedicarsi all’azienda agricola, che è un lavoro senz’altro più impegnativo, netta la risposta: «la grande passione che mi ha trasmesso mio padre, afferma, questo, prosegue è il più bel lavoro del mondo, vedi costantemente il frutto del tuo impegno, del tuo lavoro, lavori all’aria aperta e puoi sviluppare con fantasia tutta l’imprenditorialità che sei capace di esprimere».

«Ques’anno- prosegue Zadra - ci aspetta, settembre permettendo un’ottima vendemmia del Groppello, che faremo fra circa un mese, le viti ed i grappoli sono perfetti, ma già dalla settimana entrante faremo la vendemmia dell’uva Aromera, un’uva a bacca bianca, vitigno resistente che ha fra i suoi antenati un ceppo autoctono della Valle di Non, il Moar. Lo scorso anno le prime partite d’uva vendemmiate le ho portate a vinificare in un’altra cantina, ma spero che con il prossimo anno di attrezzarmi per poter vinificare in proprio anche l’uva bianca».

E’ proprio quella dell’introduzione dell’uva a bacca bianca resistente l’innovazione portata in azienda, ora, Lorenzo ha già prenotato altre 600 viti per un ulteriore impianto di questa Aromera, ed ampliare così la produzione di questo vino bianco che promette molto bene.

Chiediamo se alla luce dei primi due anni dalla scelta la rifarebbe. «Sicuramente sì, è la risposta, sono molto soddisfatto del mio lavoro, mi piace moltissimo».

C’è anche un sogno nel cassetto di Lorenzo, quello di riuscire a realizzare un agriturismo completo di ristorazione e alloggio una volta che avrò completato la cantina. «Oggi – afferma - accogliamo già molti ospiti ma non siamo attrezzati da nessun punto di vista né burocratico né logistico per un’ospitalità completa, ci limitiamo a far assaggiare le specialità della nostra valle accompagnate dal nostro Groppello.

Chiediamo a questo punto se consiglierebbe ad un giovane di imboccare l’impegnativa scelta dell’imprenditore agricolo: «Sicuramente si, è la risposta a condizione che non si limiti alla solita frutticoltura, ma sappia organizzare un’azienda integrata, quindi un agritur, la viticoltura».

Certo, ci vuole coraggio a fare queste scelte, prova ne sia il fatto che Lorenzo è l’unico giovane di Revò che ha fatto questa scelta del dedicarsi oltre alla frutticoltura anche alla coltivazione della vite sulle rive del lago di Santa Giustina, ora con le prospettive che dà questa nuova varietà di uva bianca resistente, non occorrono trattamenti contro le malattie funginee, si aprono nuove possibilità anche dal punto di vista economico. Purtoppo, anche in questo caso vale il famoso detto: “nessuno è profeta in casa sua”, infatti la zona dove vende meno il suo vino è la Valle di Non, la vendita avviene in parte on line, in parte con contatti diretti con ristoratori e privati.













Scuola & Ricerca

In primo piano