il bilancio

I Vignaioli del Trentino: “Un’ottima annata”. I prezzi volano oltre i 15 euro a bottiglia

Gli aderenti al Consorzio si sono riuniti a Palazzo Roccabruna. La presidente Clementina Balter: “Stiamo crescendo sia in numeri che in qualità”


di Carlo Bridi


TRENTO. Grande successo per la Festa d’autunno organizzata ieri, sabato 4 novembre, a Palazzo Roccabruna dai vignaioli indipendenti del Trentino aderenti a Pivi, la federazione nazionale dei consorzi dei vignaioli provinciali.

La cosa che più ha impressionato era quella che da ambedue i lati dei banconi di assaggio si notavano quasi esclusivamente giovani: giovani che esponevano e decantavano con grande professionalità i loro prodotti e giovani, sia ragazzi che ragazze, che li degustavano. Ha fatto piacere rilevare che la maggioranza di questi giovani sono stati nostri protagonisti nelle fortunata rubrica dei giovani imprenditori ed imprenditrici agricole che da oltre 12 anni, la domenica, è apparsa sul Trentino prima, sul Nuovo Trentino poi e ora online.

L’occasione è stata colta da taluni giovani vignaioli per lanciare un nuovo prodotto, com’è il caso di Giampaolo Poli che ha lanciato un nuovo Trentodoc millesimato, 45 mesi sui lieviti dall’affascinante nome “Montaner”. Ma fra tutti i 50 vignaioli presenti, con gli oltre 200 vini, serpeggiava un notevole ottimismo.

Unanime la risposta a due domande: com’è andata la vendemmia 2023 e com’è il mercato dei vostri vini. Tutti hanno affermato che la vendemmia è andata bene anche se l’annata non è stata facile, mentre sul piano commerciale sembra viaggiare su un altro pianeta. Nonostante i prezzi generalmente piuttosto alti, oltre i 15 euro a bottiglia, “non abbiamo problemi a vendere le nostre bottiglie ad un prezzo remunerativo”, afferma il vignaiolo Furletti.

Clementina Balter, figlia d’arte, è la presidente del Consorzio Vignaioli del Trentino. Particolarmente soddisfatta anche lei dell’esito della giornata: “Tutti i prodotti sono nel segno della sostenibilità, qualità, artigianalità e territorialità”, afferma. Ospiti d’onore di questa edizione gli amici vignaioli della delegazione Fivi di Treviso, altro territorio ricco di biodiversità, dalle note colline che danno ottimi prodotti, anche loro soddisfatti dell’interesse riscontrato per i loro vini.

Uno stand per la verità con una logistica infelice, era riservato ai formaggi trentini a cura del Caseificio sociale di Moena con il classico Puzzone, il Gradevole di Predazzo, il Trentingrana e un formaggio di capra invecchiato. “L’evento è un’occasione per ritrovarsi a fine vendemmia fra noi e con la città, e fra amici, in un contesto unico come Palazzo Roccabruna, in un momento in cui vignaioli sono sempre più al centro della filiera della ristorazione e dell’ospitalità e sono sempre più ricercati dagli appassionati”, ricorda la presidente.

Ma qual è lo stato di salute del consorzio? “È molto positivo, stiamo crescendo sia in numeri che in qualità, nell’ultimo anno abbiamo avuto 7 nuove adesioni di giovani vignaioli, che porta il numero dei soci a 79. Il clima e l’interesse che si respira all’interno della compagine - precisa la presidente - è molto positivo e sono molto apprezzati i servizi che il consorzio riesce ad assicurare ai soci in un mondo nel quale la burocrazia è sempre più pesante. Certo, vi sono anche dei problemi aperti, c’è una contrapposizione fra noi che abbiamo fatto la scelta di custodi del territorio anche sacrificando a volte i nostri interessi e coloro che sono legati esclusivamente al business fine a se stesso”, precisa.

Anche la Balter ritiene che il mercato dei loro vini è buono, in quanto la clientela è molto selezionata: “I nostri clienti sono le enoteche, i ristoranti, i sommelier e più in generale quel mondo di estimatori di un approccio molto sostenibile alla produzione. Riscontriamo un senso di gratitudine ed ammirazione nei nostri confronti da parte della nostra clientela”, precisa la presidente.

E’ noto che in passato vi sono stati problemi per le differenze di strategie fra voi e il Consorzio Vini del Trentino. Qual è la situazione oggi? “I rapporti sono cordiali, ma noi abbiamo intrapreso la nostra strada ed a livello provinciale la nostra attività è riconosciuta e la nostra voce è ascoltata all’interno del Tavolo Verde, ma sul piano commerciale ognuno ha le sue strategie ed i risultati della nostra si vedono per cui vogliamo proseguire con le strategie ormai collaudate”.













Scuola & Ricerca

In primo piano

Montagna

Rifugio Graffer al Grosté, ecco come diventerà

La Sat ha scelto il progetto dello studio Campomarzio di Trento. La struttura, costruita nel 1947, fu demolita alla fine degli anni Ottanta. I progettisti: verrà riqualificata e ampliata «rievocando l’atmosfera e la storia»