Fusione Rurali: le due parti affilano le armi per il merito 

Banche. Fracalossi: « Trento e Lavis facevano parte di un gruppo nazionale vigilato  dalla Bce, non occorreva l’autorizzazione della Provincia». Paolazzi: «Voto non trasparente»



Trento. «Adesso vedremo come andrà nel merito il 23 marzo, ma siamo convinti di avere ragione su tutti i profili». Il presidente della nuova Cassa di Trento Giorgio Fracalossi è soddisfatto dopo la decisione del giudice Giuliana Segna che non ha sospeso la fusione tra le rurali di Trento e Lavis e ha rinviato tutto al merito: «Noi crediamo di avere ottimi argomenti. Per quanto riguarda le modalità di voto, c’è un verbale firmato da un notaio che è un pubblico ufficiale. Quindi o contestano la veridicità del verbale oppure non mi pare proprio che si possa contestare l’andamento dell’assemblea. Tra l’altro modalità di quel genere sono state adottate anche altre volte. Poi i ricorrenti contestano il fatto che manca l’autorizzazione della Provincia. Ma Trento e Lavis aderiscono al gruppo nazionale guidato da Cassa Centrale, quindi, non sono più banche regionali, ma sono, in quanto aderenti al gruppo, sottoposte alla vigilanza della Bce. La lettera che abbiamo inviato in luglio alla Provincia sottolinea proprio questo aspetto. Per questo noi riteniamo di avere le nostre buone ragioni e vedremo cosa dirà il giudizio di merito».

Diego Paolazzi, uno dei leader dei soci contrari alla fusione è di tutt’altro avviso: «La giudice ha ritenuto di non poter decidere sulla sospensione cautelare della delibera assembleare e ha deciso di rinviare al merito. Lì dimostreremo che la gestione dell’assemblea ha avuto parecchie lacune che il voto si è svolto secondo modalità a dir poco inusuali. Lo abbiamo detto fin dal primo momento che era stato detto che a mezzanotte si chiudeva, mentre si è andati avanti fino alle 4. Non solo, sono stati registrati come favorevoli soci che erano presenti all’inizio, ma poi erano andati a casa. Tutti elementi che portano a dire che l’esito del voto è stato falsato. Noi avevamo chiesto già dal giorno prima con una pec di adottare modalità di voto trasparente. Avremmo potuto votare con un telecomando, come già facciamo da anni. Invece si è scelto una modalità poco trasparente. Ma l’altro grande argomento riguarda la natura delle banche. Sia Trento che Lavis sono banche provinciali. Non hanno sedi fuori dal Trentino. Quindi la loro fusione deve essere autorizzata dalla Provincia. Su questo anche piazza Dante è con noi. Ora vedremo se nel merito verranno accolte le nostre ragioni».













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