L’incontro

Colpo di fuoco in agricoltura, la lotta è ancora lunga

Incontro online organizzato dalla Fondazine Mach: la battaglia a questo batterio che colpisce soprattutto i meleti non può essere presa sotto gamba


Carlo Bridi


TRENTO. L’emergenza colpo di fuoco batterico Erwinia amylovora, è stata oggetto di un incontro in diretta youtube, organizzato dalla FEM. Si è trattato di un incontro tecnico che ha visto a confronto gli esperti della FEM, quelli dell’Ufficio fitosanitario della Provincia di Trento, del CREA-DC, del Centro di consulenza dell’Alto Adige e della responsabile dell’Ufficio fitosanitario del Canton Ticino.

L’incontro è stato moderato dal dirigente del CTT di FEM Claudio Ioriatti. Ne è emerso un quadro molto variegato, ma su una cosa c’è l’unanimità: la raccomandazione di tutti è quella che questo batterio non può essere preso sotto gamba e pertanto bisogna procedere con coraggio all’estirpazione delle piante infette quando sono compromesse, e nel caso di piccoli sintomi il ramo va tagliato almeno 40 centimetri più in basso della parte infettata.

L’esperienza della Svizzera lo dimostra, ha sempre agito con una vasta azione di estirpo e nel 2020 anno in cui il Trentino si è trovato con un’autentica esplosone dell’infezione in Svizzera non c’è stato neanche un caso. Mentre in Trentino si è avuto il picco di infezioni con oltre 600 casi, e con l’Alta Valsugana, zona laghi di Caldonazzo e Levico più colpita. Nel comune di Caldonazzo, si è registrato il 90% di piante coinvolte.

L’evento è stato seguito da 120 spettatori fra tecnici e agricoltori. L’incontro, ha ricordato in apertura il direttore generale di FEM Mario Del Grosso Destreri, affronta una importante fitopatia, qual è il colpo di fuoco batterico che lo scorso anno in Trentino si è dimostrato di una certa gravità. Il nostro Centro di Trasferimento Tecnologico si è immediatamente attivato, in raccordo con l’Ufficio Fitosanitario della PAT, sia con un monitoraggio a tappeto nelle aree più colpite, effettuando le diagnosi dei campioni, sia attivando una intensa azione di comunicazione per informare non solo gli agricoltori ma anche tutta la cittadinanza. “Ora, una nuova stagione è iniziata ed i nostri tecnici sono al lavoro per studiare e approntare gli strumenti migliori per la prevenzione e il controllo di questa avversità.”

Nel confronto tecnico-scientifico sono emerse molte indicazioni sul processo infettivo, sul come e perché si sviluppa. Convinzione unanime è quella che le condizioni climatiche hanno un ruolo determinante, periodo della fioritura molto calda, e con forte umidità provoca un netto aumento dell’infezione.

La più preoccupante novità del 2020 è stata quella che gli attacchi non si sono limitati alle piante giovani di uno o due anni, ma si è estesa alle piante in piena produzione. Ora tutto il Trentino è considerato zona infetta e pertanto è più facile anche la gestione della lotta in base alla legislazione europea.

La lotta si fa con il rame, ma attenzione a una dose bassa, si registra resistenza, ci vogliono almeno 100 gr/Hl. Ma il C3A sta studiando prodotti per la difesa alternativi al rame, mentre nel contempo si sta lavorando anche alla creazione di porta innesti resistenti. Tutte cure che mirano all’obiettivo di ridurre il danno ai meleti e ai pereti.













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