energia e ambiente

“Biodigestore di Porte Rendena: nessun odore né rumore, ma una soluzione collaudata”

L’ingegner Marco Baudino, titolare della FP, risponde alle obiezioni sull’impianto


di Carlo Bridi


PORTE RENDENA. Non è una novità che quando in una zona vengono progettate iniziative d’avanguardia ci sia subito chi eccepisce puntando anche all’utilizzo di strumenti come i referendum, che peraltro in taluni casi servono solo per coprire la scarsa capacità degli amministratori di assumersi le proprie responsabilità una volta che tutti gli aspetti legati a quel problema sono stati puntualmente chiariti. E’ questo anche il caso del progetto innovativo presentato dall’azienda zootecnica Valentini di Porte Rendena. Siamo di fronte ad un progetto che è già stato realizzato negli ultimi 30anni in Svizzera, notoriamente paese molto sensibile ai temi ambientali, dalla società Renergon, con 30 anni di esperienza nella biologia correlata alla digestione anaerobica con tecnologia innovativa “A Solido”, mentre quello della Rendena dovrebbe essere realizzato dalla Future Power (FP) in partenership con la stessa Renergon: progetti che oltre a generare in modo semplice energia rinnovabile da scarto organico, mirano proprio a risolvere molti dei problemi locali delle varie Comunità. Molti terreni, anche in Trentino, sono piuttosto vicini ad essere dichiarati “vulnerabili”, con pesanti conseguenza pratiche per gli allevatori.

Il modo in cui questi impianti trattano il letame, trasformandolo in energia e in ottimo ammendante naturale, contribuirebbe a risolvere questa problematica molto presente in valle, o comunque a ridurla in grandissima parte, senza provocare alcun effetto negativo collaterale, afferma l’ingegner Marco Baudino, titolare della FP.

Ma cosa risponde Baudino ai timori che già circolano in zona? E’ il primo impianto che fanno in Italia, avrà sicuramente i difetti delle cose nuove, si afferma.

“FP, grazie alla pluriennale esperienza industriale dei soci, ha contribuito allo sviluppo di Renergon, proponendo componentistica italiana di eccellenza - anche Trentina per la parte strutturale - già adottata dal partner negli impianti realizzati e nei prossimi in programma.

Renergon ha iniziato con impianti tradizionali per poi brevettare la Tecnologia a Solido. Questa è già applicata ad una trentina di impianti come quello che si vuole realizzare a Porte di Rendena.

Quindi sì, sarà il primo impianto in Italia, ma non sarà un “esperimento” ma un’ottima soluzione già collaudata, e saremmo davvero felici se la valle che frequentiamo da anni potrà avere questo primato”.

Altra obiezione: dicono che fanno un impianto piccolo ma poi magari lo ingrandiranno (vedi ad esempio Romeno).

“FP è nata proprio per proporre impianti di piccola taglia, con potenze es. di 100 kW a confronto degli impianti tradizionali in genere da 1 MW in su, sproporzionati e critici ad es. per applicazioni montane.

L’ innovativa Tecnologia a Solido permette infatti di avere efficienza e redditività anche su scala molto inferiore, trattando ad es. il materiale disponibile per non più di 4000 ton all’anno per 100 kW di potenza.

Il modello di business è pertanto altamente positivo realizzando più impianti piccoli distribuiti piuttosto che uno solo di grandi dimensioni, e necessità di importante gestione logistica e di trasporti relativi”.

“La nostra scelta è chiara - afferma Baudino – : FP fa impianti a servizio del Territorio mentre molto spesso era il Territorio a servizio degli impianti tradizionali; FP va dove c’è il letame e lì fa un impianto, non viceversa! Con grandi benefici logistici e semplicità gestionale, un grande vantaggio sia per la società stessa sia per la Comunità ospitante”.

Altra obiezione: chissà che puzza, rumore e che traffico di mezzi che trasportano organico.

“L’impianto FP non emette alcun odore sgradevole perché il processo è “anaerobico”, ovvero senza aria. Avviene infatti in box ermeticamente chiusi. Non fa rumore perché l’unico elemento meccanico è il cogeneratore, coibentato e insonorizzato, posizionato in una piccola struttura ad hoc indipendente e isolata.

Se un domani il Comune volesse conferire ad esempio sfalci e potature, come già fa con l’Azienda Agricola Valentini, la stessa sarà gestita nell’impianto come ulteriore risorsa, senza alcuna differenza logistica rispetto ad oggi”.

FP fa anche una considerazione amara: “Stiamo attendendo da molti mesi le autorizzazioni per la realizzazione dell’impianto. I ritardi dovuti ai molti adempimenti burocratici, non tutti sempre del tutto giustificabili e comunque richiesti in varie fasi successive, costituiscono sicuramente già importanti mancati ritorni economici”.

Un’ultima obiezione con risposta puntuale: la società in realtà è come un sistema di scatole cinesi.

“Rendena Organic, società che avrà in carico l’impianto, è semplicemente composta da importanti personaggi locali più una persona di Brescia che farà da amministratore più FuturePower (con sede a Torino perché lì si è costituito la società e per altri motivi legati ai sui soci) sia Renergon proprio perché sia loro che noi sugli impianti che realizziamo, specie i primi, ci mettiamo non solo la faccia ma anche i nostri investimenti”.













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