nella sede di trento nord

Allevatori in festa Ma l’incubo «Imu» fa tremare i polsi

TRENTO. E’ veramente una festa di primavera, la due giorni organizzata per il 6° anno consecutivo dalla Federazione provinciale allevatori nella sede di Trento Nord. Un week-end fra passeggiate in...


di Carlo Bridi


TRENTO. E’ veramente una festa di primavera, la due giorni organizzata per il 6° anno consecutivo dalla Federazione provinciale allevatori nella sede di Trento Nord. Un week-end fra passeggiate in carrozza, prove di abilità a cavallo per non parlare della più impegnativa passerella delle bovine di Razza Rendena, Pezzata Rossa e Grigio Alpina, oltre che di cavalli Haflinger e Norico. Complice anche la bella giornata, ieri si è avuto un grande affollamento. «Ma la cosa che più colpisce è la presenza di tanti bambini e anche di giovani interessati all’allevamento» afferma soddisfatto il presidente della Federazione, Silvano Rauzi. «Questa vasta presenza sia di allevatori dalle valli trentine come dei consumatori dei nostri prodotti - prosegue Rauzi - dimostra l’interesse per il nostro settore, in un momento in cui si assiste a un lieve aumento del numero dei capi (ora 45.000), dopo vent’anni di stabilità. Le stalle sono ancora intorno alle 900 mentre i capi iscritti ai libri genealogici delle varie razze tenuto dalla Federazione sono 25.000 con una produzione media annua di 70 quintali nonostante il 40% delle vacche vada in alpeggio. Grande successo in questa due giorni per la vendita diretta di carni e formaggi, complice anche lo sconto del 10% su tutti i prodotti, che sono anche proposti in assaggio coi vari accostamenti come quello eccelso dei formaggi di montagna col miele. «Certo - afferma il dirigente commerciale Mario Tonina -, stiamo assistendo a un crescendo di presenze di anno in anno a questo appuntamento, un’occasione per far conoscere al grande pubblico l’attività di allevatori e Federazione».

E il mercato dei prodotti lattiero caseari come va? «Possiamo dire che dopo un biennio molto positivo, che ha fatto seguito a 15 anni bui, noiamo di nuovo qualche segnale di flessione, proprio quando tutti i costi di produzione sono in aumento: dai mangimi al fieno alla paglia, per non parlare di energia elettrica e gasolio, consumato in grandi quantità dagli allevatori. Da ultimo - ricorda Tonina - è arrivata anche l’Imu che gli allevatori dovranno pagare anche su stalle e fienili. La maggior parte dei Comuni è orientata a mantenere il livello massimo del due per mille anche se, su sollecitazione del Consorzio dei Comuni, qualcuno potrebbe ridurla. Ma quelli che l’hanno fatto sono pochi, complice la grande fame di risorse degli enti locali».

Positivo invece il mercato del bestiame bovino: alla prima asta del 2012, a febbraio, il prezzo medio dei capi è stato di 2.000 euro, con un aumento sul 2011 di circa l’8-9%. Altrettanto si può dire per il prezzo della carne: «Per una minore offerta sul mercato dovuta alla chiusura di tanti allevamenti, si è registrata una lievitazione dei prezzi, conclude Tonina».

Oggi si replica: sfilata al mattino, offerta speciale allo spaccio con sconti del 10% sui prodotti e tante manifestazioni con la presenza al pomeriggio del coro Piccole Colonne.©RIPRODUZIONE RISERVATA













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