Allarme carni, vendite in picchiata

Il direttore Valorz: «Al Sait il calo ha raggiunto il 25%, al punto vendita della Federazione fatturato giù dell’8-9%»


di Carlo Bridi


TRENTO. Si riunisce oggi per la prima volte dopo 33 anni senza il presidente Silvano Rauzi, fuori dalla scena da marzo per un problema di salute l’assemblea annuale della Federazione degli allevatori del Trentino. Un organismo che raggruppa la quasi totalità degli allevatori trentini. All’indomani dell’insorgere dei problemi di salute di Rauzi in una seduta urgente a marzo, il Consiglio di amministrazione ha nominato facente funzioni di presidente uno dei tre vice ossia Antonio Cenci, 63 anni, allevatore della Valsugana. Con lui e con il direttore Claudio Valorz ieri abbiamo fatto il punto sulla situazione e sulle prospettive del comparto che oggi saranno approfondite dall’assemblea dei soci. «Io, afferma Cenci mi sono trovato dall’oggi al domani a fare le veci di Rauzi ma anch’io oggi sono in scadenza assieme ad altri otto consiglieri. Per la verità anch’io come tutti gli altri sono stato riconfermato nelle assemblee di zona e pertanto oggi l’assemblea come da prassi dovrebbe prenderne atto. Spetterà poi al nuovo Cda che uscirà oggi dall’assemblea indicare il nuovo facente funzioni del presidente dopo averlo nominato vice; certo è che noi in queste condizioni di salute del presidente non intendiamo procedere alla sua sostituzione, sappiamo che sta seguendo una convalescenza assai impegnativa e non vogliamo assumere nessuna decisione senza il suo parere sulla presidenza».

Un bilancio dell’annata: «Il 2014 è stato per gli allevatori un anno difficile, le condizioni meteo avverse hanno portato ad una produzione di foraggio abbondante ma di scarsa qualità, il prezzo del latte come quello della carne sono in calo mentre i costi di produzione sono in aumento. Per questo oggi sosterremo l’urgenza di un’alleanza strategica di sistema per la difesa del reddito degli allevatori».

Oggi i soci della Federazione sono 1200 mentre le stalle con produzione di latte superano di poco le 700: sono esattamente 705, afferma Claudio Valorz. Il numero di capi è stabile sui 46 mila: sono 26 mila le vacche da latte, delle quali quasi il 90% si avvale dei controlli funzionali della Federazione. «In questo modo abbiamo costantemente sotto controllo la produzione - capo che oggi si attesta in media sui 73 quintali per lattazione. La Frisona con 8500 capi è la razza più numerosa seguita dalla Bruna con 7200 capi, dalla Pezzata Rossa che dopo anni di costante aumento si è attestata sui 3000 capi, seguono la Rendena con 1200 capi, 1000 sono i capi di Grigia e circa 2000 i capi di meticcia. Per quanto riguarda l’ingrasso siamo sui 5000 capi allevati la metà dei quali fa riferimento alla Federazione per la commercializzazione».

«Dopo anni di costante aumento anche il punto vendita delle carni della Federazione ha subito un calo nelle vendite nell’ordine dell’8-9% di fatturato. Il numero degli acquirenti è pressochè costante, cala invece il valore del prodotto acquistato per acquirente. Ancora più marcato il calo nelle vendite con il Sait che ha toccato il 25%: di questo parleremo in assemblea, ora speriamo in una nuova iniziativa per il rifornimento dei vitelloni per le confezioni del self- service», conclude Cenci.













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