Alla Thun licenziati in ventiquattro

La crisi morde anche la famosa azienda bolzanina degli angioletti: siglata un’intesa con i sindacati



BOLZANO. La crisi morde con forza, e a farne le spese non solo solo i “piccoli” stabilimenti ma anche marchi affermati come quello della Thun. Azienda e sindacati hanno infatti definito un’intesa che prevede la messa in mobilità per 24 dipendenti, che lasceranno l’azienda a partire dal primo settembre. Gli impiegati messi in mobilità (sostanzialmente licenziati per lo stato di crisi dell’azienda) sono 24. In realtà avrebbero potuto essere 22 ma due operatori non hanno accettato la nuova sistemazione in un contesto professionale diverso proposto dall’azienda. Dunque a lasciare lo stabilimento della Thun il primo settembre saranno in 24 a cui vanno aggiunti i 13 lavoratori a tempo determinato a cui non sarà rinnovato il contratto e sei lavoratori impiegati saltuariamente secondo i criteri del lavoro somministrato. In un primo tempo l’azienda aveva comunicato che il piano di risanamento (per puntare al pareggio di bilancio entro il 2014) prevedeva 30 esuberi (oltre ai lavoratori a tempo determinato destinati a chiudere l’impegno). Il sindacato ha comunque ottenuto un sensibile aumento degli incentivi all’esodo che, in sostanza, sono contributi economici previsti dall’azienda (e distribuiti sulla base di specifici criteri interni) al fine di permettere ai lavoratori in uscita di avere un sostegno economico così da avere più tempo a disposizione per cercare un’altra occupazione. Su questo fronte il sindacato ha ottenuto quasi il raddoppio della somma messa in un primo tempo a disposizione dalla Thun. Si è passati infatti da 180 mila a 320 mila euro.













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